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La storia non si snoda come una catena di anelli ininterrotta.

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Academic year: 2021

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La storia non si snoda

come una catena

di anelli ininterrotta.

(Eugenio Montale)

i vorrebbe un poeta per narrare la bellezza dell'incontro, per rievocare l'atto fondatore e fondante, per celebrare il rito che ricollega il presente al passato e che si apre verso il futuro.

Le celebrazioni per il 25º anno della Scuola Italiana Eugenio Montale, avvenute all'interno della 12ª Mostra di Scienze e della riapertura della Biblioteca il 24 novembre 2007, dovrebbero rimanere impresse negli annali della storia, che il tempo non può cancellare. Si tratta di un quarto di secolo di impegno per la dif fusione della cultura italiana, attraverso un'offer ta formativa di qualità che celebra il connubio tra le due culture nell'interculturalità e nella formazione integrale dell'uomo e del cittadino. Si tratta di un quarto di secolo di ser vizio offer to a tutta la comunità italiana e paolistana di questa megalopoli brasiliana.

"La Scuola, - come ha sottolineato la presidente del Comitato Gestore dott.ssa Sandra Papaiz nel suo discorso del 24 novembre in occasione

delle riapertura della Biblioteca, dedicata al Cav. Uff. Evaristo Comolatti (1922-2005) - appartiene a tutta la comunità". E per comunità lei intendeva dire tutti quelli che hanno reso possibile la realizzazione di questo sogno.

Dai soci fondatori ai benemeriti, dai genitori che hanno fiducia nella Scuola agli ex presidenti l'ing. Socrate Mattoli, il dott. Angelo Vecchi, il dott. Edoardo Pollastri; da coloro che hanno coordinato la Scuola per diversi anni come la sig.ra Nicoletta Arcamone Mattoli ai docenti Bollettino Informativo e Culturale della Scuola Italiana “Eugenio Montale”

ANNO 5 – N. 13 – Dicembre 2007 - Edizione commemorativa dei 25 anni della Scuola Italiana “Eugenio Montale”

Direzione: Carlo Alberto Dastoli (dastoli@uol.com.br) Revisione dell’italiano: Carlo Alberto Dastoli Revisione del portoghese: Carlo Alberto Dastoli

Correttori di bozze: Carlo Alberto Dastoli e gli alunni della IV Liceo Collaborazione: Diego dos Santos Alves e Gabriele Di Battista Giornalista Responsabile: Lizandra Magon de Almeida (MTb 23.006) Composizione grafica: www.casadartecomunicacao.com.br

Tiratura: 1000 copie

C

• Editoriale ... 2

• Lettera ai lettori ... 4

• Il messaggio del Senatore Edoardo Pollastri ... 4

• La riorganizzazione della biblioteca ... 4

• Novità ... 5

• "Dai dinosauri ai robots": 12ª Mostra di Scienze ... 6

• Riflessioni sulla Scuola "Eugenio Montale" ... 8

• "La Crociera dei Mille" ... 8

• Bravi tra i bravi ... 10

• Siamo noi quelli che entrano nelle migliori università: i Lupi ... 11

• Orgoglio italiano ... 12

• L'italiano degli italiani “paulisti e paulistani” ... 12

• Quel meeting del 6 novembre 2007 ... 14

• L'incontro con il Senatore ... 15

• Ensino bilíngüe e bicultural ... 16

• L'origine del logotipo della Scuola ... 16

• Il saluto dei rappresentanti dei genitori in occasione dell'apertura dell'anno scolastico 2007-2008 ... 17

• A importância da língua portuguesa ... 18

• O ensino do Direito na Escola Italiana Eugenio Montale ... 18

• A força da tradição ... 19

• I Prossimi 25 Anni ... 20

• Tra il vento e i banchi ... 20

• Il vero senso della vita ... 21

• Bravo, Mr Shakespiero ... 22 • Il sonetto ... 22 • Il trenino Bio ... 23 • Cinema e storia ... 24 • Grammatica ... 26 • Cambiare vita... ... 26

• Una nuova vita ... 26

• Vignetta ... 26

• Recensione "300" ... 27

• Mensagem de Natal ... 28

• Ogni cosa ha il suo tempo ... 28

• Notizie brevi ... 28

• Urso de Natal ... 29

• Peruíbe, Paese dell'eterna gioventù ... 30

• Os bastidores de Il Girasole ... 31

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La Montale

compie 25 anni

di Carlo Alberto Dastoli (dastoli@uol.com.br)

della cultura, del rispetto, della giustizia e della solidarietà.

Dagli imprenditori italiani che non pensano solo a fare soldi, e fra questi non si può non ricordare il principe dei mecenati il Cavaliere del Lavoro Luigi Papaiz (in

memoriam) come lo ha ben definito il senatore Pollastri, che hanno sempre sostenuto e sponsorizzato la Scuola, al governo italiano rappresentato dal Ministero degli Affari Esteri,

dall'Ambasciatore Michele Valensise, dal Console Generale d'Italia Marco Marsilli, dal direttore dell'Ufficio scolastico

Alessandro Dell'Aira, dal senatore Edoardo Pollastri e dalla direttrice dell'Istituto Italiano di Cultura dott.ssa Luigina Peddi.

Dal vice presidente dell'Instituto Italo-Brasileiro dott. Giuseppe D'Anna al Circolo Italiano di San Paolo; dall'Associazione degli Alunni della Dante Alighieri (AEDA) nella cui sede la Scuola fiorì agli inizi degli anni Ottanta, alle Associazioni Italiane di San Paolo. Tutti hanno dato il loro appoggio non solo materiale per la realizzazione di questo ambizioso progetto.

"Ma, insomma, a chi appartiene la Scuola Italiana Eugenio Montale?", si domanda e ci domanda insistentemente la dott.ssa Sandra Papaiz. Non si tratta però di una domanda retorica, perché ad essa non si può dare una risposta univoca e definitiva. Si tratta piuttosto di una domanda la cui risposta non può tralasciare assolutamente nessuno.

La Scuola, fior all'occhiello della comunità italiana e italo-brasiliana, appartiene a tutti, e cioè a tutti quelli che in essa ci sono stati, ci sono e ci saranno.

La Scuola siamo noi! La Scuola sarete voi!

Ad multos annos, Scuola Italiana Eugenio Montale!

da sin.: il Senatore Edoardo Pollastri, l'Ambasciatore Michele Valensise, il Console Generale d'Italia Marco Marsilli, il dott. Sergio Comolatti e la dott.ssa Sandra Papaiz.

La sigr.a Leda Comolatti e la dott.ssa Sandra Papaiz.

Da sin. L'ing. Socrate Mattoli, la sig.ra Nicoletta, il senatore Edoardo Pollastri, la sig.ra Rossana De Luigi Pollastri e la dott.ssa Papaiz.

Da sin.:il dott. Angelo Vecchi, la sig.ra Vecchi e la dott.ssa Sandra Papaiz.

[In fondo a sinistra] Thereza Azzi, Loretta Mancarella, Rossella Montanari, Rosangela Piatti, Leda Brunelli, Silvia Masullo.

Da sin. la prof.ssa Loredana Caprara, la prof.ssa Cecilia Casini e la sig.ra Nicoletta Mattoli. Il dott. Socrate Mattoli e la sig.ra Neide

Montesano.

che vi hanno lavorato come la preside e prof.ssa di matematica e fisica Maria Guerreri Dehò (in memoriam), la preside e prof.ssa di lingua e letteratura italiana Rossana De Luigi Pollastri, la preside e prof.ssa di lingua e letteratura inglese e spagnola Mariangela Lanzillotta, l'attuale dirigente italiana prof.ssa Paola Capraro, la dirigente brasiliana Leila Andrade e a tutti quelli che vi operano con impegno e professionalità.

Dagli amministratori del passato a quello del presente come il dott. Fabio Bordi e la sua efficientissima equipe; dalle simpaticissime e indimenticabili segretarie

di allora come la Rosanna e la Marisa (entrambe in pensione) fino a quelle disponibilissime di oggi come l'Ermila e la Marcia; dal personale della reception (Leda ed Alessandra) a quello dell'infermeria (Rita e compagnia); dagli operatori scolastici (Silvana, Tuzizila, Paola, Solange, Rosely ) al personale del refettorio, senza dimenticare però quello della portineria e quello della pulizia.

Dai docenti agli alunni, dagli alunni ai docenti, la scuola siamo noi in questo movimento incessante che costruisce e costituisce la nostra identità nel tempo e nello spazio senza mai rinunciare ai valori

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Messaggio

ono stato particolarmente felice di aver potuto, in un breve intervallo dai miei impegni parlamentari, essere presente alla cerimonia dei 25 anni della scuola Eugenio Montale.

Sono orgoglioso di far parte di questa storia sin dai primi momenti quando in qualità di presidente della Visconti ho sensibilizzato la mia società affinché desse un contributo per la costruzione della scuola.

Successivamente, su richiesta di varie personalità tra cui il Console di San Paolo e il Cavaliere del lavoro Luigi Papaiz, ho assunto la presidenza della Eugenio Montale che poi ho mantenuto per sei anni, dal 1996 al 2002. Di questa storia fa parte, a maggior ragione, anche mia moglie Rossana Pollastri che per oltre 20 anni ha prestato la sua professionalità e ha profuso la sua passione come preside della scuola media all'interno dello stesso istituto. Insomma, tutta la mia famiglia ha

condiviso l'amore per questa scuola che senza dubbio può essere considerata il fiore all'occhiello dell'iniziativa italiana a San Paolo.

Il legame con la scuola continua ancora oggi: tramite il mio mandato parlamentare in Senato, mantengo costanti rapporti con la Direzione generale per la promozione e la cooperazione culturale del Ministero degli Affari Esteri allo scopo di mantenere uno stretto legame con il governo italiano per usufruire degli aiuti che lo stesso concede alle scuole italiane all'estero.

Ho sempre pensato alla Eugenio Montale come a una fucina di cultura italiana dove i giovani non si limitano ad apprendere le materie scolastiche curricolari, ma hanno la possibilità di crescere con una forte coscienza biculturale, quella italiana e quella brasiliana, in continuo e fruttuoso dialogo, all'insegna di un forte spirito civico di libertà e di tolleranza.

all'ottobre 2006 un gruppo di mamme ha iniziato la riorganizzazione della biblioteca. Sin dall'inizio si è trattato di un lavoro molto impegnativo a causa della grande quantità di volumi presenti e non catalogati. Ad oggi è comunque già possibile accedere al prestito di un considerevole numero di libri suddivisi in letteratura giovanile, italiana e straniera. Adesso anche il reparto di storia è già stato catalogato assieme a quello di letteratura infantile. La riorganizzazione completa, che comprende la catalogazione di oltre 20.000 volumi, richiederà ancora parecchio impegno. Il progetto verrà ultimato presumibilemente entro la fine di quest'anno scolastico. Il gruppo delle mamme che collaborano alla riorganizzazione della biblioteca è composto da: Rossella Montanari, Loretta Mancarella, Rosangela Piatti, Silvia Masullo e Leda Brunelli. Dal mese di novembre 2007 la Scuola ha assunto la signorina Adriana Zannini come bibliotecaria, la quale lavora anche all'ICIB (Instituto Cultural Ítalo-Brasileiro).

La riorganizzazione della biblioteca

DELLA SCUOLA ITALIANA "EUGENIO MONTALE"

Il messaggio del senatore

EDOARDO POLLASTRI

Roma, 27 novembre 2007

S

D

Lettera

ai lettori

di Carlo Alberto Dastoli

(dastoli@uol.com.br)

Cari lettori,

Dopo due anni di interruzione per ragioni che esulano dalle mie competenze, IL GIRASOLE numero tredici si apre all'insegna delle celebrazioni per il venticinquesimo anniversario della nostra Scuola. L'Eugenio Montale nasce il 20 settembre 1982 dal progetto di un grupo di italiani idealisti, che avver tì il bisogno di creare una Scuola Italiana a San Paolo. Noi oggi siamo i protagonisti di questa recita, che ci vede registi, attori, giullari, ora istrionici, ora precettori, dalle favelle variopinte, sempre pronti a mutar scena.

Il nostro traguardo educativo non è né nozionisticio né pappagallesco, perché educare non è solo informare, trasmettere o comunicare fatti, avvenimenti, formule, teoremi, regole, norme e via col vento... Educare è soprattutto creare le condizioni di possibilità af finché lo studente diventi veramente padrone di sé, e sappia orientarsi nella vita e nel mondo in modo libero, critico e consapevole. L'educazione, sostiene Jean-Jacques Rousseau (1712-1778), non è il risultato di una libertà disordinata e capricciosa ma di una "liber tà ben guidata."

La Scuola Italiana Eugenio Montale offre dunque agli studenti, di ogni ordine e grado, gli elementi indispensabili per una crescita personale, culturale e scientifica, al passo con i tempi e con le esigenze del mondo contemporaneo.

Il mio ringraziamento va agli alunni della IV che con impegno e costanza hanno collaborato alla revisione dei testi di questa edizione. Un particolare ringraziamento va a tutti i nostri collaboratori.

Colgo infine l'occasione per far vi i miei migliori auguri di Buon Natale, di Buon Anno e di buone vacanze!

Ad multos annos, Scuola Italiana Eugenio Montale!

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esta demanda, a escola adquiriu o

software Sophia, também utilizado pelo Instituto Cultural Ítalo-Brasileiro (ICIB). O objetivo é que, ao

entrarem na rede interna, todos possam ter acesso à relação dos livros disponíveis e fazer sua reser va

on-line. A comunidade italiana também poderá usufruir das obras da biblioteca. Futuramente, as duas bibliotecas serão interligadas.

A escola adquiriu um novo ser vidor HP e 25

microcomputadores, dos quais 20 serão destinados ao Laboratório de Informática e 5 ao setor

administrativo. Aumentou a velocidade do seu acesso à Internet e adquiriu novos softwares, que darão apoio ao trabalho didático, adequando-o às tecnologias mais modernas. O Laboratório Lingüístico contará, também, com cinco

computadores com acesso à Internet. Em breve, implantaremos um software de gestão escolar que permitirá aos pais acessar via

Internet, no site da Montale, todas as nova fachada,

com seus detalhes e cores, ligada à Itália moderna, do design,

da moda, dá uma imagem mais viva e dinâmica da Montale, que completa 25 anos de existência, preser vando seus valores históricos e culturais. O nome da escola em destaque apresenta seu importante projeto de formação: a biculturalidade.

Dentre as novidades, destacamos que a biblioteca, recém-inaugurada, volta a ser usada em seu amplo e amigável espaço. Suas obras estão quase inteiramente catalogadas, graças ao tão importante trabalho voluntário das mães. Para atender a

L’attuale sede della Scuola nel quartiere del Morumbi.

A

Novità

por Leila Maria

Moreira Andrade

informações pertinentes a seus filhos, como, por exemplo, notas, comunicados, planejamento etc. Além disso, esse software dará uma maior agilidade às tarefas diárias tanto de professores quanto de outros funcionários e departamentos.

Estamos também em processo de atualização do site, nos dois idiomas. Hoje, já é possível acessar o cardápio semanalmente. Os pais podem, assim, em tempo real, saber quais os componentes da alimentação de seus filhos.

O desenvolvimento do processo pedagógico está intimanente ligado às reuniões semanais, nas quais professores e direção didática avaliam o andamento da escola, seus avanços e objetivos, como também planejam eventos e discutem temas per tinentes à educação. Aos poucos, estamos construindo uma relação cada vez mais positiva entre direção e professores cujo objetivo maior é a formação integral de nossos alunos.

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da riprodurre una vera e propria mini-fiera; i visitanti sono stati condotti dal percorso tra i gruppi partecipanti (dalla Scuola dell'Infanzia al Liceo) e intrattenuti dalla creatività dei nostri ragazzi e dalla loro capacità di comunicazione.

L'obiettivo specifico della fiera è l'acquisizione delle capacità di progettare

"Dai dinosa uri ai robots"

12ª Mostra di Scienze

Il prof. Giorgio Bianchini e l’allievo Emanuele Montanari, II Liceo.

l 24 novembre 2007, dalle ore 9 alle 13, ha avuto luogo presso la Scuola Italiana Eugenio Montale la 12ª Mostra di Scienze, intitolata "Dai dinosauri ai robots". Quest'anno sono state presentate interessanti novità: sono stati allestiti degli stands utilizzando gli spazi del campo sportivo coperto in modo

semplici esperimenti, stendere il relativo protocollo, individuare ed assemblare la strumentazione necessaria, rilevare i dati e riportarli in forma di grafici e tabelle. Tutto

Sulla Fiera di Scienze

di Letizia Puntelli

abato 24 novembre noi genitori abbiamo potuto visitare la fiera di scienze della Scuola Eugenio Montale. I ragazzi hanno illustrato con precisione e competenza gli argomenti scelti, tra cui l'evoluzione di tutte le specie viventi. I temi trattati comprendevano sia la visione meccanicistica del mondo che le trasformazioni socio-ambientali dalla preistoria ai giorni nostri. Un universo straordinariamente ricco si è profilato davanti ai nostri occhi.

I Liceo - Lavoro sui “Perché” (Fisica applicata)

I Media - Primi Soccorsi

I Media - Inquinamento

I

Fiera di Scienze

I Liceo - Lavoro sui “Perché” (Fisica applicata)

Da sin.: Theodora Toldo e Yasmin Steinle, II Liceo. I Media: Lavoro sul calore

Ringraziamenti

di Susanna

Battaglio

Vorrei innanzitutto ringraziare la direzione della scuola per l'opportunità di

presentare il nostro lavoro in una maniera più organizzata, affinchè tutti potessero apprezzare le attività svolte dalla Scuola dell'Infanzia al Liceo. La nostra Fiera di Scienze è stata meravigliosa, grazie anche ai genitori sempre pronti a dare una spinta ai ragazzi con dei bei suggerimenti. Anche a loro quindi va il nostro più vivo ringraziamento. Ringrazio inoltre il personale della scuola: segreteria, ser vizi, docenti ed assistenti, perché senza il loro aiuto tutto ciò non sarebbe stato possibile. Ma che ne sarebbe stato di questo evento se gli alunni non avessero fatto del loro meglio? Oltre alla scelta dell'argomento, tutti, dalla Scuola dell'Infanzia al Liceo, si sono dati da fare per realizzare i loro progetti con un certo rigore scientifico e una buona capacità comunicativa, sia in italiano che in portoghese. Il nostro applauso va soprattutto ai nostri alunni. Complimenti!

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ciò con la finalità di promuovere una metodologia scientifica e di pensiero semplice, promuovere la verifica sperimentale di fatti e principi insegnati teoricamenete e chiarire gli aspetti teorici della conoscenza attraverso una loro maggiore comprensione.

Che cos'è perciò la fiera di scienze? È un salto che gli alunni della Montale compiono: hanno imparato che il Creato ci si presenta con una immensa e pittoresca varietà di corpi e fenomeni e che la Scienza può servire da bussola per orientarsi nella realtà che ci circonda e, perché no, imparare a manipolarla con la tecnologia.

L’assistente Laura Morano e il maestro Flavio Poli con alcuni alunni della Scuola Primaria.

Lavoro di Fitoterapia presentato dagli alunni: Angela Valdesoiro, Samantha Ferreira, João Pedro Garcia e Marta Mancarella, III Media.

Matteo Vignanelli, III Liceo V Elementare - Il cervello

IV Elementare - Il Sistema Solare

II Media - Alimentazione IV Elementare - Animali in estinzione

I Media - Inquinamento

I Media - Il Suolo

Lavoro della III Elementare

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Riflessioni sulla Scuola

"Eugenio Montale"

di Marco Marsilli

-Console Generale

d'Italia a San Paolo

a sorpresa più bella di questi ultimi tempi, per la Scuola Montale di San Paolo, è stata l'invito giunto nella primavera scorsa da una prestigiosa istituzione

universitaria italiana, la Scuola Normale Superiore di Pisa, rivolto a due studenti che oggi frequentano l'ultimo anno del Liceo. Aline Falcheti e Alessandro Calò hanno preso parte nel mese di luglio a Cortona in provincia di Arezzo a uno stage estivo di orientamento. Il corso, riservato a trecento studenti meritevoli, aveva lo scopo di fornire strumenti di analisi e occasioni di riflessione per una scelta consapevole degli studi universitari. Dell'iniziativa ha parlato diffusamente uno dei più importanti quotidiani italiani, con una menzione anche ai nostri studenti. Che su trecento inviti, due siano andati alla Scuola italiana di Morumbi, è una cosa che francamente inorgoglisce. I nostri due giovani, con gli altri del gruppo, hanno avuto modo di incontrare gli allievi dei corsi di

perfezionamento in matematica, biofisica, letteratura italiana e archeologia. Hanno discusso con lo Staff della SNS. In altre parole, sono usciti dal guscio, come si dice, ammesso che così possa definirsi la scuola bilingue e biculturale che stanno frequentando. In realtà, tanto per smentire il luogo comune della scuola-guscio, questo metodo di orientamento e approfondimento in campo aperto e senza frontiere la Scuola Montale lo pratica giorno per giorno, con uscite formative, seminari con personalità della cultura, visite guidate alla città e al territorio di San Paolo, e anche viaggi in Italia. I temi e gli obiettivi sono sempre scelti in modo congruo al piano di studi. E non si tratta solo di escursioni ed esplorazioni materiali, secondo la formula "Andiamo a vedere con gli occhi e toccare con mano"; si tratta anche, e soprattutto, di intelligenti e riuscite escursioni nell'universo del sapere e del saper fare, programmate nei temi e nei tempi ma non programmabili negli esiti e nelle varianti. La Scuola è così. Il suo successo dipende dalla fiducia che

ciascuno di coloro che vi operano e vi studiano ripone nella filosofia che caratterizza quella scuola determinata, e non altre. La sua fortuna non dipende da un guscio sterilizzato, ma dal lievito e dal fermento, e cioè dal modo in cui gli insegnamenti e gli apprendimenti vi interagiscono, producendo esiti brillanti e varianti inattese.

Un altro invito qualificante è pervenuto dalle Fondazioni Giuseppe Di Vittorio e Sandro Pertini, rivolto a tre studenti, sempre dell'ultima classe del corso di studi. Sono stati inviati Carla Monteiro, Jasmin Ziron e Alessandro Calò - ancora lui, autentico alfiere della Montale. Nello scorso mese di ottobre, i tre ragazzi hanno preso parte alla "Crociera dei Mille", da Genova a Caprera e ritorno. Si è trattato di un'iniziativa della Regione Liguria organizzata dal Ministero della Pubblica Istruzione, in collaborazione con il Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi. Dei mille studenti partecipanti, trenta provenivano dalle scuole italiane all'estero. I tre ragazzi della Scuola Montale di San Paolo costituivano dunque il dieci per cento del gruppetto di trenta, all'interno del gruppo più numeroso. Una bella soddisfazione, anche in questo caso.

Una terza notizia positiva consiste nell'arrivo di due nuovi docenti italiani, appena assunti dal Comitato Gestore, che a quanto risulta si sono già positivamente integrati nel contesto formativo. A loro vada il nostro benvenuto, con l'augurio più cordiale, rivolto alla Scuola nel suo insieme, che tutte queste piacevoli novità facciano da lievito e da fermento per le attività formative previste per l'anno scolastico in corso e per quelli futuri, nel solco di una tradizione ormai pluridecennale che - e concludo così queste brevi riflessioni con una nota personale - ebbi nella mia precedente esperienza consolare a San Paolo modo di accompagnare praticamente dagli esordi, non immaginando, a distanza di quasi venti anni, di ritrovarla così cresciuta e così affermata.

L

A

gli inizi di marzo 2007 ci è stato presentato un concorso riguardante Garibaldi e la famosa spedizione dei mille. Per parteciparvi ci è stato chiesto di scrivere un tema su Garibaldi. Il premio era un viaggio in Italia, durante il

quale i tre vincitori avrebbero avuto l'opportunità di fare una crociera insieme ad altri 997 ragazzi provenienti dalle diverse regioni della penisola e di altri paesi. Quei tre ragazzi siamo stati noi: Jazmin Jara Ziron, Carla Monteiro e Alessandro Calò. Il viaggio è avvenuto lo scorso ottobre.

13 ottobre 2007

Arrivati all'aeroporto di Guarulhos, abbiamo subito conosciuto gli altri brasiliani, provenienti da Belo Horizonte, Porto Alegre, Garibaldi e Bento

Gonçalves. In aereo, forse per l'ansietà, le ore sono passate molto lentamente: le abbiamo trascorse leggendo, vedendo film e conoscendo gli altri ragazzi. Ci siamo messi d'accordo che mentre Jazmin e Carla segnalavano i programmi, io avevo il compito di scrivere questo resoconto. Vi presento, quindi, il nostro viaggio in Italia.

Abbiamo fatto scalo all'aeroporto Charles de Gaulle di Parigi; dopo aver mangiato (io ho ordinato un delizioso "muffin au chocolat"), abbiamo preso l'aereo che ci ha portato a Milano. Abbiamo approfittato dell'occasione per imparare qualche frase in francese da usare al ritorno, il che non è servito a niente (si vedrà dopo il perché).

14 ottobre 2007

Stanchissimi, ma ancora speranzosi di arrivare in albergo, siamo andati in autobus fino a Genova, fermandoci in un Autogrill a mangiare (di nuovo). Una volta arrivati a Genova, siamo andati subito a cenare, in compagnia della delegazione degli alunni argentini e del loro preside, il prof. Carrea, che ci ha divertito eseguendo la famosa danza del granchio. Vi era pure un cameriere brasiliano, che ci ha spiegato come era andato a finire lì, così come tanti altri brasiliani. Dopo cena, siamo andati finalmente in albergo a dormire.

di Alessandro Calò, IV Liceo

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"La Crociera dei Mille

Da sin.: Thais Ferrari, Carla Monteiro, Fabio Franceschi, Jasmin Jara Ziron e Alessandro Calò

15 ottobre 2007

Ancora un po' stanchi per esserci alzati presto, abbiamo preso la metropolitana per andare al centro di Genova, dove ci aspettavano le autorità che avevano

organizzato il viaggio. A questo punto avevamo già conosciuto Vallerie, la ragazza canadese, e Daniela ed Elmer, i ragazzi del Perù.

Dopo due ore di conferenze su Garibaldi ed il progetto della "Nave dei Mille", ci siamo diretti verso il ristorante della sera

precedente. Dopo pranzo, ci siamo recati in albergo per prendere le valigie e andare verso il porto. Lì vi erano i mille (più 700 che mille) alunni italiani, e tutti indossavano una maglietta rossa su cui c'era l'immagine di Garibaldi con la scritta "Eroi dei due mondi".

Saliti sulla nave, abbiamo assistito a una breve cerimonia in onore a Garibaldi, seguita da una presentazione del coro di una delle scuole.

16 Ottobre 2007

Ci siamo svegliati alle 6 del mattino con la voce di un signore al citofono che ci ordinava di andare alla reception, per procedere allo sbarco in Sardegna. Dal porto locale, abbiamo preso un traghetto fino all'isola della

Maddalena, dove siamo andati con l'autobus fino a Caprera. Nella famosa isola di Garibaldi, abbiamo visitato la sua casa, che era ricca di oggetti personali e memorie di avvenimenti storici. Vi era pure il famoso pino marittimo piantato da Garibaldi stesso nel giardino della casa, a cui l'eroe volle far avvicinare il suo letto in punto di morte. Ho segretamente preso un ramoscello dell'albero, di cui farò un quadro e un bellissimo ricordo.

Abbiamo avuto occasione inoltre di vedere le altre isole circostanti, e una volta tornati alla Maddalena, abbiamo assistito a una presentazione teatrale su Garibaldi, e siamo andati a vedere una piccola mostra sull'eroe dei due mondi: lì vi era una delle mille camicie rosse usate nella famosa impresa garibaldina. La sera di quel giorno siamo tornati in nave, e lo sbarco a Genova è avvenuto il giorno dopo.

17 ottobre 2007

Dopo essere sbarcati a Genova, abbiamo lasciato le valigie in albergo e siamo andati a fare un tour in autobus per la città. Abbiamo avuto l'opportunità di andare a piedi e di vedere tutte le ricchezze architettoniche del centro storico di Genova. Dopo il tour, ci siamo diretti verso la Casa America, una fondazione di carattere biculturale (italo-americana) che stava svolgendo un lavoro sulle opere d'arte su Garibaldi in Sudamerica. Abbiamo avuto il piacere di assaggiare la famosa focaccia ligure, che mi è piaciuta in modo particolare. Poi siamo andati a pranzare, e abbiamo raccontato quanto avevamo visto al nostro ormai amico -cameriere brasiliano.

Dopo pranzo avevamo una scelta: o usare l'ascensore panoramico per vedere Genova dall'alto o andare in giro per la città a fare shopping. La nostra sete di sapere e il nostro avido consumismo ci hanno permesso di fare entrambe le cose, e dopo poco tempo ci siamo trovati davanti al famoso acquario di Genova per fare l'ultima visita del giorno. L'acquario era semplicemente spettacolare, ed è piaciuto tantissimo a Jazmin. Vi erano pesci, razze, delfini, e tante altre specie di animali marini, e io ho avuto l'opportunità di accarezzare una razza. Dopo aver visto innumerevoli vasche, siamo usciti dall'acquario e abbiamo salutato e ringraziato i nostri responsabili, cioè i rappresentanti della regione Liguria. Dopo la cena siamo tornati in albergo.

18 ottobre 2007

Dopo esserci alzati molto presto, siamo andati a prendere il treno per Torino. Appena arrivati a Torino, ci siamo diretti verso il Palazzo Reale, dove alcune autorità della città ci aspettavano per darci il benvenuto. Abbiamo visitato il Palazzo dei Savoia, che erano i governanti ai tempi del Risorgimento. Dopo aver visto tutto quel lusso, abbiamo cambiato

completamente ambiente e siamo andati a vedere come era il pranzo in un liceo locale: conoscendomi forse indovinerete la mia risposta. Il cibo era definitivamente migliore.

Dopo pranzo, siamo andati a fare il solito tour per la città, e ci siamo fermati al museo del cinema, sopra il quale vi era la Torre Antonelliana, sulla quale siamo saliti per vedere tutta Torino. Tornati in albergo, non abbiamo fatto altro che riposare.

19 ottobre 2007

Dopo una buonissima colazione, siamo andati a visitare l'Archivio di Stato e il Museo Egizio, che è il secondo più grande del mondo dopo il British Museum. A pranzo abbiamo avuto il tempo di salutare i nostri amici argentini, che partivano un po' prima di noi per il loro paese. Verso sera, siamo andati a visitare il Museo della Montagna, che esponeva la storia delle attività montanare, tra cui la scalata e lo sci. Ci siamo fermati a cena nel ristorante sottostante, e poi siamo tornati in albergo a preparare le valigie: il giorno dopo si partiva per il Brasile!

20 ottobre 2007

Alle 3 di notte eravamo all'aeroporto di Torino. Dopo uno scalo a Parigi e il mancato tentativo di capire cosa ci dicevano i funzionari in francese (i funzionari dell'aeroporto sembrano nutrire un particolare odio per i turisti e per la lingua inglese), abbiamo preso l'aereo. Siamo arrivati a San Paolo la sera di quello stesso giorno, e

indipendentemente dalla nostra stanchezza, lunedì eravamo già a scuola pronti a condividere tutte le nostre esperienze e (naturalmente) il pacco di biscotti comprato apposta per la classe.

(10)

BRAVI TRA I BRAVI

LA NOSTRA ESPERIENZA ALLA

SCUOLA NORMALE DI PISA

di Aline Tiemi Falchetti, IV Liceo

I

l 28 giugno sono partita per l'Italia in occasione del 51º Corso di Orientamento Universitario della Scuola Normale Superiore di Pisa. Sono arrivata a Firenze il 29 giugno, dove ho incontrato Alessandro Calò e insieme abbiamo preso un treno per Cortona, dove si è svolto il corso. La Scuola Normale di Pisa aveva spedito un invito alla nostra ex preside, la prof.ssa Mariangela Lanzillotta, chiedendole di indicare tre alunni interessati a seguire un corso di orientamento universitario. Le nostre pagelle

scolastiche sono state inviate in Italia e noi siamo stati scelti in base ai nostri voti.

Arrivati a Cortona, abbiamo approfittato del primo giorno libero per fare un giro per la città, che pur essendo piccola è molto carina e divertente. Eravamo in 107 persone, tra ragazzi e ragazze di diverse regioni d'Italia, più alcuni stranieri: una colombiana, una spagnola, un francese, due tedesche, e noi, i brasiliani.

Durante la cerimonia

di presentazione del corso, il direttore, Mario Vetri ci ha domandato se qualcuno sapeva perché proprio noi eravamo stati scelti per fare quel corso. Dopo diverse risposte suggerite da alcuni alunni, lui ci ha dato la risposta: "perché voi siete la prossima classe dirigente". E questa idea ci è rimasta, ed è andata a finire perfino sulla copertina di La Repubblica di domenica 8 luglio.

Siccome questo è stato il primo anno in cui partecipavano anche degli studenti stranieri, il direttore Mario Vietri ha chiesto a me e a Caló di presentarci. Questo è stato il momento in cui ci siamo vergognati di più in tutta la nostra vita, perché oltre 100 persone,

tra alunni, normalisti e insegnanti che erano nella sala ci guardavano incuriositi.

All'inizio tutti i nostri compagni avevano vergogna di venire a parlare con noi. Stentavamo a credere come mai fosse possibile che due brasiliani parlassero italiano e fossero lì a fare il corso insieme a loro."Ma voi parlate spagnolo in Brasile?", chiedevano. "Se mia mamma mi chiede che cosa ho fatto di bello a Cortona, le dico che ho conosciuto due brasiliani",

ha aggiunto un altro. "Ma come mai siete venuti a finire qui?".

Tutto questo era infatti molto divertente, anche perché loro non avevano molte informazioni sul Brasile, tranne quell'immagine secondo la quale qui c'è sempre festa, si va al mare tutti i giorni, si gioca solo a calcio e c'è solo carnevale. Per loro era veramente molto difficile rendersi conto della diversità culturale e geografica del Brasile.

L'apertura del corso è stata il 1o

luglio nel Teatro Signorelli, dove il giudice della Corte Costituzionale, Sabino Cassese, ci ha fatto una lezione intitolata "Quanto democratiche sono le nostre democrazie?". Un tema abbastanza polemico e interessante

che ha suscitato una grande discussione. C'erano 3 o 4 lezioni al giorno su diversi argomenti. Le lezioni si svolgevano nel Centro Convegni Sant'Agostino. Dal 1o al 7 luglio abbiamo

avuto lezioni sui seguenti argomenti: la massa scura; l'indipendenza dei mass-media; la dipendenza del giornalista; la produzione dell'energia elettrica in Italia; i diritti dell'uomo e della donna nel costituzionalismo europeo

dall'illuminismo al 900; il dilemma morale; archeologia dell'universo; società

civile e società religiosa nell'Italia di oggi; molecole mancine e molecole destre; la biologia del XXI secolo; storia di parole ed evoluzione linguistica; come rappresentare la dimensione temporale nella simultaneità dello spazio figurativo; studio matematico delle forme; biorobotica; climatologia; biopatologia; epica antica; Dante; ecc.

I professori non solo italiani ma anche provenienti da diversi paesi e università hanno presentato questi argomenti in modo chiaro e interessante. Anche se, in alcuni casi, l’argomento era ostico, il metodo adottato attirava la mia attenzione. I temi scelti erano

abbastanza attuali, polemici e innovativi. Oltre a queste lezioni abbiamo assistito a due seminari fatti dagli alunni della SNS. Nel caso dei seminari si poteva scegliere tra biofisica e letteratura italiana e tra archeologia e matematica. Io ho scelto quello di letteratura italiana e matematica, che è stato sull'infinito; devo ammettere che ho fatto fatica a capire, ma è stato molto interessante, anche se era un argomento troppo astratto.

Oltre alle lezioni siamo andati a vedere la presentazione dalla compagnia giovanile "Junior Balletto di Toscana".

(11)

Siamo noi quelli che entrano

nelle migliori università: i Lupi

di Giovanni Lacava

C

ome membro del Comitato Gestore e rappresentante della associazione degli ex alunni della Scuola Italiana Eugenio Montale (i LUPI), mi sono sentito nel dovere di fare questi grafici per presentare alla comunità montaleana e alla comunità italiana di San Paolo l'eccellente risultato dei nostri alunni sia nei diversi "vestibular" brasiliani che nei test d'ingresso per le università italiane.

Questi dati statistici dimostrano in modo chiaro come noi "Lupi" siamo assolutamente in grado di accedere alle migliori università sia brasiliane che italiane.

In Brasile abbiamo un grosso contingente di alunni che frequentano o hanno frequentato università come la USP, la PUC, l'IBMEC, la FGV, l'ESPM, la FAAP, ecc. Ci troviamo, dunque, nelle migliori università brasiliane. Inoltre, abbiamo avuto un alunno che ha fatto il miglior tema di portoghese (redação) ed è entrato alla "Fundação Getúlio Vargas" (FGV).

In Italia i nostri ex alunni frequentano le seguenti università: la Bocconi di Milano, l'Università Cattolica di Milano, il Politecnico di Milano, l'Università La Sapienza di Roma, L'Università degli

Studi di Roma Tor Vergata, l'Università di Torino, l'Università di Pisa, l'Università di Perugia, l'Università di Firenze e così via.

Sono sicuro, e i grafici lo confermano, che noi "Lupi" siamo tra i migliori alunni del Brasile. Perché, oltre a possedere una buona formazione, abbiamo una cultura che forse nessuna, e ripeto, nessuna altra scuola in Brasile riesce a dare ai suoi alunni. Sappiamo fare tesoro di tutto quello che abbiamo imparato nelle lezioni di Filosofia, di Economia, di Storia e di Letteratura italiana, spagnola, inglese, latina e portoghese. Tutto questo fa parte ormai della nostra vita quotidiana, del nostro studio universitario e del nostro lavoro. Ed è questo, secondo me, l'elemento che distingue noi "montaleani" dagli altri pur bravi studenti delle scuole brasiliane; noi, quindi, abbiamo qualcosa in più.

Occorre dunque che tutta la comunità italiana e italo-brasiliana di San Paolo prenda atto di questa nostra capacità e non metta più in dubbio la qualità della formazione degli alunni e la competenza professionale del nostro corpo docente. E vi ricordo che ci sarà sempre un "Lupo" per far sì che questo differenziale si mantenga e si rafforzi sempre di più.

Universidade/ Número Faculdade de alunos

PUC ... 8

Itália (em geral) ... 7

USP ... 6 FAAP ... 3 ESPM ... 3 FGV ... 2 Mauá ... 2 IBMEC ... 1 Mackenzie ... 1

Univ. São Carlos ... 1

Univ. Santos ... 1 Unisantana ... 1 Universidade/ Número Faculdade de alunos Humanas ... 33 Biológicas ... 2 Exatas ... 1 Universidade/ Número Faculdade de alunos Privadas ... 23 Públicas ... 7 Università Italiane ... 6

Ano de conclusão Número de alunos IV Liceo ... 32 III Liceo ... 7 Curso Número de alunos Administração ... 1 Arquitetura ... 2 Artes Plásticas ... 1 Biologia ... 1 Ciências Sociais ... 3 Desenho Industrial ... 1 Direito ... 3 Economia ... 6 Ed. Física ... 1 Engenharia ... 1 História ... 1 Jornalismo ... 1 Medicina ... 1 Moda ... 1 Música ... 1 Pedagogia ... 2 Propaganda e Marketing ... 3 Relações Internacionais ... 1 Lo spettacolo intitolato "Stilo con

stile" è stato meraviglioso, la coreografia e le musiche erano in perfetta sincronia, è stato bellissimo. Durante un pomeriggio libero siamo andati a conoscere il Palazzone della SNS, dove abbiamo fatto le foto per il quotidiano La Repubblica. Abbiamo visitato il museo di Cortona, dove c'era una esposizione sul popolo etrusco.

L'ultima sera del nostro soggiorno è stata servita una cena speciale, degna da “dirigenti”. La scuola ha organizzato una festa di congedo, dove gran parte dei ragazzi si sono emozionati.

La settimana è volata e, quando me ne sono accorta, era già ora di tornare a casa. Anche se ho dovuto studiare durante le vacanze, mi sono divertita molto. Nelle ore libere si poteva giocare a calcio, andare a festa, andare al cinema o semplicemente fare due passi per la città. Oltre ad aver partecipato ad un corso importante della SNS, ho potuto conoscere delle persone diverse, con un'altra cultura e scambiare conoscenze. Abbiamo perfino insegnato qualche parola in portoghese ad alcuni ragazzi. È stata un'esperienza molto importante per me, e spero che altri allievi della Montale nei prossimi anni possano avere la possibilità di partecipare a questo corso, perché ne vale molto la pena!

(12)

vero spesso almeno in apparenza noi Italiani ci accontentiamo di poco... La squadra del cuore, la Ferrari, i mondiale di calcio, ma non è sempre così. Giorni fa ho avuto una grande soddisfazione nel leggere prima sui giornali e poi apprendere dalla televisione che dei ragazzi che avevano studiato alla Eugenio Montale erano stati classificati tra i migliori studenti d’Italia.

In questo caso non ci siamo accontentati di poco almeno noi Italiani di qui. I rapporti culturali tra Italia e Brasile da sempre sono stati forti e concreti, lo stesso nome dato alla scuola ne è una importante dimostrazione. Uno dei sommi della letteratura Italiana del novecento ha marcato la sua presenza in terra Brasiliana ed è stato giustamente ricordato. Proprio in questi giorni con successo si sta svolgendo qui a San Paolo la settimana della Lingua Italiana, mentre a dicembre nella metropoli si svolgerà il XII Congresso Nazionale dei professori

d’Italiano che avrà come tema un bellissimo argomento: L’Italiano d’oltremare, cultura, identità e integrazione tra due sponde.

Altra importante notizia: l’UNESCO ha dichiarato l’italiano come quarta lingua più richiesta per l’insegnamento, notizia che ci riempie d’orgoglio, perchè dietro a tutto ciò c’è un lavoro faticoso, spesso sottovalutato di donne e uomini che credono fortemente per quanto la nostra lingua e cultura possono contribuire al riscatto di un popolo che era “calpestro e deriso”.

Ogni padre, ogni genitore, specie quando è distante dal proprio Paese, sente il bisogno di trasporre ai propri figli un pezzo delle “radici”, della propria storia e cultura non sempre però studiato sui libri. Il Brasile che traspira della nostra presenza, ci permette tutto ciò, e di quiesto dobbiamo esserne grati. Due culture che si intrecciano, senza confondersi, ma fortemente legate da un filo ideale che si concretizza con esperienze davvero importanti come quella dell’Eugenio Montale.

Il rapporto tra i nostri due Paesi non è fatto solo di scambi commerciali, pure importanti, ma siamo insieme protesi ad infondere a uomini e donne l’esperienze di quanti credono che lingua e cultura siano centrali nel rapporto tra i popoli. Con questo spirito molti di noi hanno voluto che i propri figli frequentassero una scuola che è un ponte non solo ideale, ma concreto per gli Italo-Brasiliani.

Attilio Fania - Responsabile Centro Formativo Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria - SP

L’italiano degli italiani

“paulisti e paulistani”

C

irca 10 anni fa o poco più, all’Università di San Paolo, abbiamo iniziato una ricerca che ancora continua. Si tratta di

un’indagine su quello che rimane

dell’italiano parlato dagli immigrati italiani nella città e nello stato di San Paolo, dalla registrazione di un

certo numero di testimonianze orali alla successiva analisi del linguaggio usato, da persone colte, meno colte, lavoratori, contadini.

Siamo abituati a sentir dire che gli italiani si sono così

profondamente assimilati nel contesto brasiliano da aver perso l’abitudine all’uso della lingua materna. A giustificare questa affermazione, viene portata ad esempio l’immigrazione massiccia a cavallo tra 800 e 900 e l’uso in quell’epoca quasi esclusivo dei dialetti. Molti di quegli immigranti dialettofoni effettivamente non avevano o hanno perso lungo il secolo passato l’uso della loro lingua – tuttavia, forse è il caso di precisare che un certo numero di loro sicuramente sapeva l’italiano, leggerlo e scriverlo, dato che in quel periodo fiorirono a San Paulo 500 testate in italiano, tra cui il Fanfulla, un giornale che ancora oggi eroicamente resiste. Ora, a distanza di tanto tempo, pur brasilianizzati, anzi divenuti brasiliani, i discendenti di tali immigrati hanno cominciato a ristudiare la lingua dei loro vecchi e mantengono l’amore per il paese di origine e il rispetto di molte sue tradizioni. Ne fanno fede, oltre al rinnovato interesse per la lingua, le grandi feste religiose che ancora si celebrano in onore di vari santi peninsulari, il culto della familia, molte tradizioni alimentari e anche molte insegne di negozi in italiano.

Ma indubbiamente molte cose sono cambiate lungo il tempo e dopo la seconda guerra si è avuta un’altra grande ondata immigratoria molto diversa dalla prima. Di questi ultimi arrivati, molti ci sono ancora, frequentano gli ambienti della comunità e parlano italiano, un italiano, a seconda dei casi, più o meno sciolto e corretto.

Indagare chi sono e come si è trasformata la loro lingua materna è quello che si è proposto di fare un piccolo gruppo di professori e ricercatori dell’Università di San Paolo, fra cui la scrivente. La prima parte dell’indagine occupò il 1995 per conoscere meglio da un lato

l’ambiente, dall’altro le caratteristiche del parlato, molto diverse dai modelli scritti imperanti in Italia fino a non molti decenni fa.

La ricerca vera e propria iniziò nel 96, con alcune interessanti

conversazioni, principalmente con un linguista dell’Unicamp, italiano di nascita e di prima formazione scolastica, il Prof. Rodolfo Ilari, arrivato in Brasile da Torino dopo la seconda guerra mondiale.

Nonostante la diversità di

impostazione queste conversazioni furono molto utili ed evitarono prese di posizione troppo radicali. Ilari sosteneva che l’importanza dei dialetti in Italia ancora faceva sentire la sua influenza e impediva agli italiani di conservare per molto tempo l’uso corretto della loro lingua, mentre l’esperienza dei professori della USP, arrivati recentemente, era diversa perché in Italia ormai si parlavano soprattutto lingue regionali più vicine al modello standard. Ricordiamo che gli anni del dopoguerra videro grandi cambiamenti linguistici nella penisola, specie nelle regioni

di Loredana de

Stauber Caprara

È

Orgoglio Italiano

Cultura

Lingua

e Linguaggio

(13)

È sorprendente che, in gruppi

tanto eterogenei quanto quelli presi in

considerazione, si mantenga come costante,

a livello di registro familiare o colloquiale

semplice, l’uso di interferenze simili, il che

farebbe pensare alla lenta formazione di una

varietà di italiano parlata in Brasile.

settentrionali di recente immigrazione dal Meridione, e la mescolanza linguistica tra dialetti e italiano colloquiale parlato era avvenuta in grande scala.

Alla fine, si decise di iniziare l’indagine sul campo. Dopo aver frequentato per un cer to periodo i vari ambienti dove si riuniva la comunità italiana, furono scelte trenta persone, immigrate dopo la guerra come Ilari, che, anche se in famiglia parlavano dialetto, però avevano un curriculum di studi universitari, spesso concluso in Italia. Ciò garantiva agli immigrati il pieno dominio della lingua materna, e non solo a livello famigliare e affettivo, ma in vari altri registri, ed evitava di dover inserire nella ricerca i dialetti che avrebbero complicato oltremisura il nostro lavoro poiché nessuno di noi era specialista in

dialettologia. Le persone contattate oltre agli studi universitari in Italia, dovevano possedere alcune altre caratteristiche: frequentare per lo meno

un ambiente dove si parlasse italiano, essere abituate alla lettura di libri e giornali italiani, mantenere un contatto regolare con l’Italia per lavoro, motivi famigliari o vacanze. Non tutti i contatti iniziati

riuscirono a concludersi in modo soddisfacente.

Ma, con la collaborazione di un

gruppo di studenti, furono registrate e trascritte circa venti interviste e telefonate che costituirono il primo corpus del nostro lavoro e in parte furono pubblicate sulla

Revista de Italianística, n.5, del 2000 (Corso di Italiano della USP). Risultò, documentato in una tesi, che tutte le persone contattate avevano mantenuto un uso

fondamentalmente corretto della lingua madre in differenti registri, benché, forse, il loro italiano fosse un po’ troppo tradizionale e compassato, non così sciolto e attualizzato come quello che in quegli stessi anni si sentiva parlare in Italia, e, dopo trenta o più anni di Brasile, nel loro parlato non mancassero influenze del portoghese brasiliano a livello di lessico e di discorso.

L’analisi iniziale aveva focalizzato soprattutto il lessico. Altre analisi furono condotte successivamente sullo stesso corpus, per es. dal Prof. Tommaso Raso della UFMG, su altri aspetti grammaticali, confermando in linea di massima le prime conclusioni.

Tuttavia quello che più interessa ora

sono le altre ricerche, condotte in São Paulo stessa, con persone meno scolarizzate, nella grande São Paulo e all’interno dello stato. Fra tutte, la ricerca più interessante è quella svolta a Pedrinhas Paulista, per un dottorato, che riunì più di cinquanta inter viste. Un numero questo che non permette di dubitare sulla validità dei risultati ottenuti, davvero sorprendenti.

A Pedrinhas Paulista, quasi al confine col Paraná, era stata fondata, nel lontano 1953, una colonia agricola, per utilizzare il denaro, corrispondente a beni italiani sequestrati durante la guerra, che, col Trattato di Pace, veniva restituito allo Stato Italiano a condizione di investirlo in Brasile nella fondazione di colonie agricole, di immigranti che dovevano introdurre nel Paese cultura e tecniche contadine più

avanzate di quelle allora usate in Brasile. Di questo ampio progetto si concretizzò soltanto il nucleo di Pedrinhas. A tal fine, in Italia, furono scelte un certo numero di famiglie di contadini provenienti da varie regioni e che parlavano dialetti differenti. Però, nel 1953 quando iniziò il trasferimento dei coloni, in Italia le giovani generazioni avevano tutte frequentato almeno la scuola elementare e, pur non parlando l’italiano con scioltezza, avevano nozioni sufficienti della lingua madre per poter comunicare fra loro. Accompagnò il gruppo un sacerdote che per decenni, fino alla sua scomparsa, nelle funzioni religiose e nei contatti personali coi

parrocchiani, usò l’italiano. E i contadini italiani dialettofoni di regioni differenti, tutti, migliorarono sensibilmente il loro italiano. Non riuscirono a parlarlo correttamente, mantennero interferenze dialettali,

ne acquistarono nuove, di por toghese brasiliano, ma riuscirono ad

esprimersi in modo da poter comunicare nella loro lingua nazionale, fino ad ora. E si tratta di una lingua comprensibile e

linguisticamente classificabile come italiano. Se la confrontiamo con esempi tratti da una ricerca di Camilla Bettoni dell’Università di Verona, su immigrati italiani in Australia, ci rendiamo conto della differenza, a favore dei “pedrinhenses”.

Per non dilungarmi troppo, dirò che le altre ricerche a San Paolo e a São Bernardo do Campo confermano che, in circostanze favorevoli, quando l’immigrato non perde del tutto il contatto con i connazionali, l’uso della lingua materna persiste ed è

considerato un bene prezioso anche da persone molto semplici. Quello che è fondamentale è la possibilità di

scambio e di dialogo. Per l’uso di una

lingua corretta invece è essenziale la frequenza scolastica prolungata. L’italiano è una grande lingua colta e deve essere conosciuto e studiato attraverso la sua cultura. Oggi è di grande aiuto il contributo di RAI INTERNATIONAL che porta nelle case una lingua corretta e variata, in molti registri differenziati, a volte molto colti, e che mantiene il contatto linguistico-culturale con la terra d’origine di coloro che vivono all’estero.

Detto questo, un’altra osser vazione mi pare necessaria. Dicevo che la nostra ricerca finora ha focalizzato soprattutto il lessico. È sorprendente che, in gruppi tanto eterogenei quanto quelli presi in considerazione, si mantenga come costante, a livello di registro familiare o colloquiale semplice, l’uso di interferenze simili, il che farebbe pensare alla lenta formazione di una varietà di italiano parlata in Brasile. Per ora questa è un’ipotesi di lavoro da verificare meglio e soprattutto da analizzare alla luce delle nuove influenze linguistiche, per esempio dell’apporto della RAI e di internet. Influenze che potrebbero portare ad una nuova omologazione, più vicina allo standard italiano.

(14)

A minha biografia

para uma epígrafe

Quel Meeting del 6 Novembre 2007

di Piero Basto de Sá

D

Le opinioni dei rappresentanti

di classe sull’incontro

“Ringrazio la signora Nicoletta per averci dato la possibilità di conoscere le radici e la storia

della nostra scuola.”

(Yasmin Steinle, II Liceo)

“Dobbiamo renderci conto che questa Scuola è unica e diversa da tutte le altre. Qui gli alunni non sono un numero, perché si rispetta e si valorizza la personalità di tutti. Qui si insegna veramente a ragionare e a coltivare diversi interessi. Questa Scuola ci permette

di accumulare un tesoro che ci servirà per tutta la vita, e cioè un bagaglio culturale, cognitivo ed affettivo che ci accompagnerà per sempre. Oltre a tutto ciò, viviamo in Brasile, studiamo in una scuola

italiana e conviviamo quotidianamente con due culture e due realtà diverse, che sono però

inseparabilmente legate.”

(Gabriella Fancio, I Liceo) La sig.ra Nicoletta Mattolli, il prof. Carlo Alberto Dastoli con gli alunni della IV Liceo e i rappresentati degli alunni di II e I Liceo.

Nasci na Itália, na cidade de Foligno em 1924: o meu nome é Nicoletta Arcamone.

Freqüentei o Liceu Clássico e, entre outras coisas, estudei Grego, Latim e Filosofia. Graduei-me em Ciências Biológicas em 1948 e no mesmo ano casei-me com Socrate Mattoli, engenheiro e meu companheiro de escola desde a

adolescência. Viemos para a Argentina em janeiro de 1953 e, no final do mesmo ano, a empresa em que Socrate trabalhava ofereceu-lhe um emprego no Brasil. Chegamos em São Paulo no dia 23 de dezembro de 1953 e desde então esta cidade tem sido a nossa segunda pátria. Durante os primeiros anos no Brasil dediquei-me ao estudo da língua portuguesa e ajudei meu marido em seu trabalho. De 1957 a 1965 nasceram os meus filhos: Laura, Paula e Marco. Dediquei-me também à promoção humana, trabalhando na favela do Jaguaré. Freqüentei cursos de sociologia e antropologia. A partir de 1982, e por mais de 20 anos, participei da fundação e organização da Escola Italiana Eugenio Montale, como professora e coordenadora. Coordenei também cursos de italiano no Círculo Italiano e na FECIBESP. E fui sempre esposa, mãe e dona de casa.

i solito si va a scuola per imparare la storia del mondo, ma non si impara quasi niente sulla storia della stessa scuola

in cui si studia. Così, per colmare questa lacuna, il giorno 6 novembre, la signora Nicoletta Mattoli è venuta a trovarci per raccontare come è nata la Scuola Eugenio Montale, che quest’anno compie 25 anni.

Il meeting, avvenuto nelle due ultime ore di lezione del prof. Carlo Alberto Dastoli, ha coinvolto gli allievi della IV e i rappresentanti delle altre classi del Liceo.

Innanzi tutto la sig.ra Nicoletta ha detto che la scuola è stata fondata nel 1982 in una villa appartenente

all’Associazione degli ex alunni del Colégio Dante Alighieri. “L’origine della scuola è legata alla volontà di andare incontro all’esigenza di offrire una scuola italiana ai figli di dirigenti, tecnici e funzionari di ditte italiane che vivevano e lavoravano in Brasile”, ha aggiunto. Dopo la scuola si è aperta anche ad alunni brasiliani che non avevano discendenze italiane.

Di notevole interesse è stata la sua testimonianza sulle difficoltà che la

scuola ha dovuto superare. “La costruzione dell’attuale sede – ha detto – è stata possibile soltanto grazie al prezioso aiuto dei genitori, delle ditte che scelsero di sponsorizzare il progetto e delle famiglie, tra cui eccelle

il nome del mecenate e grande imprenditore Luigi Papaiz, che ha sempre creduto ed appoggiato la scuola.”

Abbiamo scoperto la ragione per cui la scuola si chiama “Eugenio Montale”. Il Comitato Gestore di allora, oltre ad avere una grande simpatia per il poeta e premio Nobel della letteratura, voleva scegliere una personalità italiana attuale per mettere in risalto il carattere moderno dell’istituzione.

Noi alunni abbiamo rivolto una serie di domande alla sig.ra Nicoletta e così è iniziato un dibattito anche sulla linea didattica della scuola. “La caratteristica più saliente di questa scuola – ha ribadito la sig.ra Nicoletta – è la formazione culturale, morale, civica e scientifica dell’alunno. Qui si sviluppa la riflessione e il senso critico degli studenti.” Alla fine dell’incontro, Diego dos Santos Alves, responsabile della sala informatica, ha scattato la foto qui pubblicata, foto questa che deve rimanere negli annali della scuola come un invito affinché si continui a mantenere l’assai rara linea didattica che caratterizza la Scuola e come un augurio affinchè gli alunni cerchino di sapere di più sul luogo in cui studiano.

Nicoletta Mattoli

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L’INCONTRO CON IL SENATORE

di Giovanni Episcopo

irca due settimane dopo la cerimonia di inaugurazione del 25º Anno Scolastico della Scuola Italiana Eugenio Montale a cui ha partecipato, il senatore Edoardo Pollastri, parlamentare eletto nel 2006 quale

rappresentante degli italiani per l’America del Sud, è tornato a scuola. Questa volta, su invito del prof. Carlo Alberto Dastoli, per un incontro con gli alunni delle classi III e IV Liceo. “Il momento politico ed economico dell’Italia” questo il tema del colloquio avvenuto la mattina

del 27 agosto nella biblioteca della scuola. Prima dell’incontro, però, gli alunni hanno preparato una serie di domande da sottoporre al senatore: quesiti sull’economia italiana e mondiale, sul debito pubblico, sulle tasse, sul prezzo della benzina in Italia, sul bipolarismo, sul

separatismo della Lega Nord, sul federalismo, sul ruolo dell’Italia nell’Unione Europea, sul dilagare del razzismo, sulla xenofobia, ecc. Riportiamo qui di seguito le opinioni degli alunni sull’incontro.

C

Si è seduto in mezzo a noi, ha parlato in un modo chiaro e semplice. È un signore simpatico. Ci guardava negli occhi. Sembrava un po’ mio papà con il suo sorriso dolce e schietto. L’argomento che mi ha colpita di più è stato quello degli extracomunitari, che portano già nel nome il marchio dell’esclusione. Secondo me, i miei coetanei in Italia nutrono molti pregiudizi nei confronti degli stranieri. Anche in Brasile c’è molto pregiudizio, perché le persone che appartengono ai ceti sociali più poveri, e sono di colore, vengono palesemente discriminate.” (Victoria Devià, III Liceo)

L’incontro con il senatore Pollastri è stato molto interessante. Sono riuscita a capire come funziona il Senato e qual è il ruolo dei senatori eletti dagli italiani all’estero. Ho saputo che nelle ultime elezioni italiane la differenza di voti tra la coalizione di centro-destra e quella di centro-sinistra è stata molto piccola, per cui il governo è sempre in bilico. Inoltre ho capito quali sono i principali problemi socioeconomici dell’Italia attuale.” (Renata Castanho, III Liceo)

Il senatore ha spiegato in cosa consiste la riforma della legge sulle pensioni che il governo Prodi vuole attuare. L’aumento dell’età pensionabile mi sembra una buona soluzione per risolvere uno dei tanti problemi dell’Italia attuale. Infatti non si può andare in pensione ai soli 58 anni.” (Marco Brancher, III Liceo)

Abbiamo avuto l’onore di ascoltare il senatore Edoardo Pollastri, il quale ci ha presentato in modo abbastanza completo i punti salienti della realtà socioeconomica italiana. Abbiamo potuto capire la differenza tra i partiti di destra e quelli di sinistra, nonchè l’ideologia di coloro che vogliono dividere l’Italia. Il senatore ha parlato dello sviluppo economico della Cina e ha detto che solo il

virus della democrazia potrebbe rallentare in parte la crescita dell’economia cinese.” (Aline Falchetti, IV Liceo)

Noi, abituati ormai alla freddezza dei politici brasiliani, siamo rimasti sorpresi dall’atteggiamento accogliente, caloroso e cordiale del Senatore Pollastri. Per circa un’ora e quaranta minuti, lui ha risposto alle nostre domande tenendo sempre alto il picco motivazionale degli alunni. Il senatore ha raccontato alcuni episodi della vita nella Camera del Senato, come l’agitazione smisurata degli integranti della Lega Nord. Infine, possiamo dire che la dedizione alla Montale da parte del dr. Pollastri, sia negli anni in cui è stato presidente della scuola, sia adesso che è al Senato, è una

testimonianza di fermezza, coerenza e amore e per la diffusione cultura italiana.” (Czarina Charlotte Reis e Piero Naraya Basto de Sá, IV Liceo)

Il senatore ha dimostrato di conoscere alla perfezione l’ordinamento politico italiano.” (Michele Piccoli, IV Liceo)

L’incontro ha chiarito i nostri dubbi e ci ha aiutato a comprendere meglio la realtà italiana, le sue problematiche e le sue possibili soluzioni.”

(Alessandro Calò e Jazmin Jara Ziron, IV Liceo)

Ho trovato particolarmente interessante quello che il Senatore ha detto sul PIL (Prodotto Interno Lordo) della città di Ribeirão Preto nello Stato di San Paolo. Il PIL di questa città è cresciuto del 9%, una crescita economica maggiore di quella dell’intera economia brasiliana!” (Tamara Brezighello, III Liceo)

Il Senatore Pollastri ha sottolineato che senza l’immigrazione l’Italia sarebbe leggermente in crisi, perché gli italiani oggi non vogliono più fare dei lavori manuali e per questo gli immigrati sono necessari.” (Matteo Vignanelli, III Liceo)

Prima del termine dell’incontro il prof. Dastoli ha fatto gli auguri di buon compleanno al Senatore Pollastri ringraziandolo della sua presenza. Grazie Senatore per l’incontro e per averci aiutato a dirimere tanti dubbi e incertezze. Speriamo che lei possa ancora ritornare e rimanere più a lungo con noi.”

(Bruno Carramaschi, IV Liceo)

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Ensino bilíngüe e bicultural

L'origine del logotipo della scuola

A

Arte

Proposta

período de tempo no qual as crianças monolíngües aprendem uma língua, as bilíngües aprenderão duas.

Mas o que são pessoas bilíngües? Para Fred Genesee, professor de psicologia da McGill University, Canadá, considerado um dos maiores estudiosos no assunto, bilíngües são aqueles que aprendem todas as habilidades em duas línguas. Ou seja, não se trata apenas de saber ler, escrever e falar em dois idiomas. Mas, também, aprender matemática, ciências, história, geografia e outros assuntos na primeira e na segunda língua.

Para os especialistas é uma forma muito positiva de desenvolver o cérebro das crianças. Segundo um estudo publicado na revista científica britânica “Nature” há dois anos, aprender uma segunda língua modifica, de fato, a anatomia do cérebro. E quanto mais cedo isso acontecer melhor, porque os padrões de atividade do cérebro ao aprender outro idioma mudam com a idade. Os resultados de imagens obtidas por ressonância magnética funcional do cérebro constataram que os bilíngües têm uma densidade maior da chamada pesar de mundialmente

difundido, aqui no Brasil, esta forma de ensino ainda é pouco conhecida. Segundo uma pesquisa realizada pela Organização das Escolas Bilíngües de São Paulo existem cerca de sessenta dessas escolas em todo o país, sendo 8% delas na capital paulista. Nos países vizinhos o número é bem maior. Na Argentina, por exemplo, são cento e dez instituições.

Mesmo com o crescente interesse na aprendizagem de línguas estrangeiras e com um aumento considerável, nos últimos cinco anos, de instituições de ensino que passaram a oferecer este serviço no país, a grande maioria delas ainda está mais voltada para o público infantil em idade pré-escolar, oferecendo currículos mais flexíveis.

Já no ensino fundamental, não raro aflora uma certa inquietação nos pais quanto ao ensino bilíngüe.

Principalmente quando passam a comparar o aprendizado dos filhos com o de crianças de outras escolas.

Comparação esta que, muito comumente, deixa de levar em conta um dado importante: dentro de um mesmo

“massa cinzenta”, devido a um maior número de conexões cerebrais. Ao que parece, comprovaram através de estudos o que muitos educadores já haviam observado na prática. O ensino bilíngüe contribui não apenas na melhora do raciocínio do aluno como, também, no desenvolvimento da criatividade.

Uma idéia predominante é a de que é muito fácil para as crianças aprenderem uma nova língua e quase nenhum esforço será requerido. Mas elas não dominam o segundo idioma da noite para o dia e o ambiente possui um papel muito importante. O aprendizado de uma língua é um processo que leva anos, sendo muito complexo. Ser bilíngüe não é apenas conhecer as regras gramaticais e a pronúncia correta de dois idiomas. Quando se fala em bilingüismo necessariamente se fala, também, em duas culturas, visto que língua e cultura estão intimamente ligadas.

Não é de estranhar que o convívio com uma escola bilíngüe e bicultural se apresente um pouco confuso para os pais e alguns desistam. Mas qualquer imigrante que tenha filhos sabe, na prática, que a criança assimila uma língua estrangeira com mais facilidade do que o adulto, justamente porque interage com outros povos e culturas com maior desenvoltura. É ouvindo e

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IL SALUTO DELLA RAPPRESENTANTE DEI GENITORI IN OCCASIONE

DELL'APERTURA DELL'ANNO SCOLASTICO 2007-2008

l logotipo della nostra Scuola è stato ideato dalla professoressa Anna Dorsa, artista e docente di Disegno e Storia dell'Arte del Liceo Scientifico. In poche righe, lei ci racconta il segreto della sua ispirazione.

"La monumentalità degli acquedotti romani, la bellezza delle arcate delle logge rinascimentali e la ...rivelazione magica della vita nascosta delle cose... nelle misteriose Piazze d'Italia di Giorgio De Chirico mi hanno ispirato a definire il simbolo della Scuola Italiana Eugenio Montale, perché in fondo è di tutto questo che è fatta la nostra storia." (Anna T. Dorsa)

Carissimi ragazzi, carissimi professori e personale della scuola, a nome di tutti i genitori vi auguro un buon inizio di anno scolastico.

Sono certa che anche quest'anno le soddisfazioni saranno tantissime, sicuramente più dei piccoli problemi che si potranno presentare.

La fiducia di noi genitori nella professionalità del personale docente è altissima e la crescita non solo fisica dei nostri ragazzi durante quest'anno sarà soprattutto dovuta alla preparazione, al costante impegno e alla pazienza dei loro professori.

Per questo ci sentiamo in dovere di

I

ringraziarli di cuore, considerandoci fin d'ora a disposizione per qualsiasi esigenza.

Rivolgiamo un particolare ringraziamento alle autorità presenti e alla nostra presidente Sandra Papaiz, contando come sempre sulla loro collaborazione affinché la scuola Eugenio Montale continui ad essere un punto di riferimento per tante famiglie italiane e brasiliane che hanno scelto consapevolmente questo istituto per l'istruzione dei loro figli.

Buon anno scolastico a tutti!!! La rappresentante dei Genitori

Loretta Mancarella

Saluto

falando que ela aprende, produzindo construções verbais mais consistentes e coordenadas, desenvolvendo as habilidades lingüísticas e se tornando hábil no emprego de ambos idiomas em meios socialmente diversos e apropriados.

Criar filhos bilíngües em tempos de globalização não deveria ser, mas é uma opção que gera polêmica. Aqueles que vêem desvantagens na escolha afirmam que a criança bilíngüe demorará mais na aquisição da linguagem; misturará algumas regras gramaticais e contextos de uma língua à outra criando situações de desentendimento; misturará os dois idiomas ao se expressar quando não souber a palavra em uma das línguas. No entanto, também não negam que essas possíveis deficiências estarão superadas na adolescência.

Por sua vez, aqueles que vêem vantagens afirmam que adquirir um segundo idioma na infância: fará com que a criança fale como um nativo; fará com que desenvolva a habilidade intelectual, pois aprenderá que existem maneiras diferentes de expressar ou descrever um evento; fará com que aprenda a respeitar outros povos e culturas; e o processo de aquisição dos dois idiomas ocorrerá, naturalmente, de acordo com o ritmo de cada um. Diferenças individuais existem e algumas crianças necessitam de um tempo maior para apreender os conteúdos, sejam eles pertinentes ao ensino monolíngüe ou bilíngüe.

Discussão à parte, na prática, o que se observa é que esta forma de ensino oferece um campo maior na criação de novos horizontes ao aluno. E, ao ampliar o seu conhecimento, acabará

influenciando o seu desenvolvimento tanto pessoal, como cultural e profissional. As habilidades adquiridas para se comunicar em múltiplas línguas, acrescidas às oportunidades de conviver, compreender e respeitar outras culturas acabarão, por sua vez, contribuindo na formação de um ser humano mais tolerante com outros povos,

capacitando-o para uma comunicação de âmbito global. Um diferencial que lhe abrirá mais oportunidades de trabalhos no país e no exterior.

Importante salientar, ainda, que em alguns casos, como o da Escola Bilíngüe e Bicultural Eugenio Montale, ao finalizar o ensino médio o aluno obterá dois diplomas: um deles que lhe dará o direito de cursar o ensino superior no Brasil e outro, válido internacionalmente, que lhe dará o direito de ingressar em universidades estrangeiras, sejam elas européias ou americanas.

No caso de optar pela continuidade dos estudos no país, também é importante lembrar que algumas das melhores universidades brasileiras firmaram intercâmbio com universidades estrangeiras. O que permite que o aluno faça parte do curso aqui e parte dele no exterior e, ao concluir os estudos, obtenha o diploma

de ambas instituições. Seja como for, estudar em outro país será uma experiência bem mais tranqüila para um aluno com formação bilíngüe, do que para aquele que nunca teve a oportunidade de conviver dentro do contexto escolar com povos e culturas diferentes.

Para os pais que por ventura se interessaram pelo assunto, algumas dicas:

• mantenham uma atitude positiva e de apoio; • elogiem as conquistas;

• mostrem interesse pelo idioma e pela cultura. O menosprezo social pela língua “minoritária” dificulta a convivência e, por sua vez, o aprendizado;

• aumentem a exposição ao máximo no idioma estrangeiro (comprem livros, aluguem filmes, leiam revistas, assistam programas de televisão e, se puderem, viajem para lugares onde a língua é falada);

• caso não a saibam, aprendam também a nova língua.

Educadores recomendam que os pais escolham uma escola bilíngüe e bicultural, onde tanto o idioma quanto a cultura tenham importância também para eles próprios. Assim, além de poderem acompanhar o aprendizado dos filhos, a prática diária acabará contribuindo no estreitamento das relações familiares.

Eliana Giampietro Saraiva, mãe de aluno da 7ª série do ensino fundamental.

Referências

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