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MY OWN LISBON LISBOA, HUB CULTURALE IBERICO PASSEGGIATE ECO-FRIENDLY INTERVISTA JOANA VASCONCELOS

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ARTE TEATRO DANZA MUSICA NOTTE ARTE TEATRO DANZA MUSICA NOTTE

MY OWN

LISBON

LISBOA, HUB

CULTURALE IBERICO

PASSEGGIATE

ECO-FRIENDLY

INTERVISTA

JOANA VASCONCELOS

LISBON

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JOANA

VASCONCELOS

Lisboa è delle poche capitali europee che sfocia nell’oceano e questo privilegio di comunicare con il mondo è “assolutamente fantastico”. È così che l’artista plastica Joana Vasconcelos sintetizza la “sua” città, dove “è cresciuta nella democrazia in cui crede”. Durante 15 anni di carriera, le sue opere sono sparse nei quattro lati del mondo: “Appartengo ad una famiglia molto speciale, internazionale, che s’incrocia, da qualche parte, in una rotta nell’Atlantico, ma il mio punto di partenza resta sempre Lisboa”, conclude.

IL MUDE

CAMBIA CASA

Il nuovo Museo del Design e della Moda (MUDE), adesso con uno spazio autonomo dove si può apprezzare l’importanza della creazione contemporanea negli usi e costumi, costituisce un elemento degno di nota sia nel processo di recupero della Baixa Pombalina che nella crescita dell’off erta culturale di Lisboa.

ARTI

DECORATIVE

NELLA

CONSERVAZIONE

DELL’IDENTITÀ

Una dimora nobiliare portoghese, con certezza! È ciò che il Museu das Artes Decorativas Portuguesas ha da mostrare. E come si è evoluta la casa tra il XVI e XIX secolo. Mostrare e conservare, attraverso l’arte del saper fare.

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LISBOA

ALL’AVANGUARDIA,

CON IDENTITÀ

Sentire Lisboa è toccare la sua identità, identifi carne l’anima che si rivela nei suoi interstizi, nelle usanze, nell’arte, nelle genti e nei simboli culturali. È da ammirare inoltre la sua capacità di innovare l’approccio ai simboli classici in una prospettiva che mescola la tradizione e l’avanguardia, segnale dei tempi che cambiano. La nostalgia che avvolge i sensi invita a visitare alcuni spazi commerciali che rispecchiano, in fi n dei conti, la vita di Lisboa.

INDEX

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MY OWN LISBON

La rivista-guida dei turisti che visitano Lisboa

Nº 5

PROPRIETÀ

Turismo de Lisboa

Rua do Arsenal, 15

1100-038 Lisboa

T: +351 210 312 700; F: +351 210 312 899

E-mail: atl@visitlisboa.com

www.visitlisboa.com

DIRETTORE

Paula Oliveira

EDITORE

Edifício Lisboa Oriente

Av. Infante D. Henrique, 333H, Esc. 49

1800-282 Lisboa

T: +351 21 850 81 10; F: +351 21 853 04 26

Email: lpmcom@lpmcom.pt

STAMPA

Sogapal

100.000 esemplari

portoghese, spagnolo, inglese,

francese, tedesco, italiano

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LA MIA LISBOA RODRIGO LEÃO PASSEGGIATE PASSEGGIATE ECO-FRIENDLY TERRAZZE VIRTUALI

PASSEGGIARE ATTRAVERSO LA STORIA

PERCORSI

ROMA A LISBOA NEL XVIII SECOLO UNA NAZIONE FIAMMINGA A LISBOA

DIRETTORIO RISTORANTI MONUMENTI E MUSEI SVAGHI SOGGIORNO

SINTRA,

CAPITALE DEL

ROMANTICISMO

“Chi non ti ama?” chiedeva Almeida Garrett, il padre del Romanticismo in Portogallo, rivolto alla “bella Sintra”, in una retorica che anticipa la magia del posto dei sogni, la Serra da Lua, “forse la più bella del mondo”, come sosteneva Lord Byron, o dove “tutti gli stranieri potranno ritrovare un pezzetto della loro patria”, secondo le parole di Hans Christian Andersen.

DEOLINDA

Deolinda è un’osservatrice della vita, dalla fi nestra del suo appartamento, al piano terra di un edifi cio, situato in parte indefi nita nella periferia di Lisboa, città ispiratrice e “bella nella sua imperfezione”.

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SURF

Il surf è lo sport di elezione nel litorale portoghese, con condizioni eccezionali per la sua pratica lungo la costa della Regione di Lisboa. A Ericeira, Cascais, Peniche o a Nazarè si succedono le “escursioni” degli amanti della tavola alla ricerca dell’onda migliore!

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DOLCI

CONVENTUALI

Se pensiamo alle “Barrigas de freira” (Pance di suora), “Papos de anjo” (Delizie degli Angeli) o “Orelhas de Abade” (Orecchie di Abate), troviamo alcune tracce di ironia peccaminosa associata ai dolci nati nei conventi. Molto zucchero e tante uova, delicatamente lavorati con devozione da mani talentuose dei clerici celibatari residenti. Un sapere accumulato nei secoli e che persiste soprattutto per la realizzazione di un evento annuale, La Mostra di Alcobaça, in pieno autunno, che è già diventata una delle più importanti e visitate del panorama gastronomico portoghese.

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OCEANARIO

In un pianeta in cui il 71 per cento della superfi cie è composta da acqua, l’importanza degli oceani è centrale per l’equilibrio della Terra. L’Oceanario di Lisboa è un simbolo dell’armonia esistente tra Uomo e Natura.

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LA MIA

LISBOA

RODRIGO LEÃO

MUSICISTA

Dalla mia casa si vede il Tago. Non

im-porta quale sia la stagione. Né l’ora. La

luce che entra dalla fi nestra è sempre

speciale e distinta da quella dei luoghi

in cui sono stato. Forse è così per la

vicinanza al fi ume, per il colore delle

case, per la sua storia. Forse. Non lo so,

ma so che non ho mai visto da

nes-suna parte una luce come quella di

Lisboa, una luce cinematografi ca a cui

viene voglia di dare una colonna

so-nora. È quello che cerco di fare; e forse

anche per questo molti rintracciano

nella malinconia una costante dei

miei brani. È a Lisboa che compongo

la maggior parte della mia musica,

così, anche se indirettamente, tutto mi

ispira – le persone, il chiasso della

stra-da e... il silenzio. E quando l’ispirazione

fi nisce, resta sempre una fi nestra con

vista sul Tago...

Lisboa è la mia casa, è un punto di

ri-torno. Nonostante viaggi molto e mi

piaccia conoscere altri lidi, il piacere

più grande è quello che provo nel

tor-nare di nuovo a casa. Mi ricordo bene

dei primi viaggi con i Madredeus e la

saudade che sentivo di Lisboa. Ancora

oggi, durante i viaggi per ferie o per

lavoro, dopo un po’ di tempo mi

vie-ne quella stretta al cuore. Rientrare a

Lisboa signifi ca rivedere la famiglia, gli

amici ed i luoghi che mi piacciono. È

tornare a casa.

È una città bella ed umile, cosmopolita

e al contempo provinciale per la sua

dimensione.

Ed in questa mia Lisboa, vivo la mia

routine. Quotidiana. Porto i bambini

a scuola, nella zona di S. Bento e, non

poche volte, torno a casa per

parcheg-giare la macchina e percorrere la salita

della Bica prima di cominciare a

la-vorare. Quando il tempo lo consente,

mi gusto la colazione allo Chiado, alla

pasticceria Bènard. E se mia moglie mi

accompagna, è chiaro che so che il

tragitto fi no alla sala prove di Rua da

Atalaia, diventa più lungo tra una

sbir-ciatina e l’altra per i negozi della Baixa,

dello Chiado e del Bairro Alto. La

mat-tinata vola rapidamente e viene voglia

di pranzare a base di pesce fresco all’

Adega das Mercês, un ristorante

pic-colo e semplice che si trova nella via

da cui prende il nome, nel Bairro Alto.

Se ho voglia di cucina italiana, vado

al Casanostra, in Travessa do Poço da

Cidade, dove mi sento a casa…E nei

giorni in cui il tempo è davvero scarso,

la destinazione è il Café Vertigo, per un

delizioso pasto veloce. Il pomeriggio è

dedicato al lavoro fi no all’ora di andare

a prendere i miei fi gli a scuola. Questa

è la mia routine quotidiana. Durante i

fi ne settimana, quando resto a Lisboa,

nelle mattine di sabato mi piace

an-dare al mercato biologico del Príncipe

Real, alla ricerca di un buon olio

d’oli-va, di frutta e verdure fresche e

sapori-te. Ma della routine fa parte anche la

vita notturna – cenare al Pap’açorda,

un ristorante che dopo 30 anni

conti-nua ad off rire ciò che di meglio si fa

a Lisboa; poi bastano pochi metri ed

eccolo al numero 126, il Bar Frágil. Lì

incontro gli amici e nei giorni in cui il

locale è (troppo) pieno, il rifugio, la mia

sala prove, si trova proprio al piano

su-periore.

Il Frágil è nato negli anni ’80, nello

stesso anno in cui ho fondato, insieme

ad amici, il primo gruppo musicale, la

Sétima Legião. Ogni volta che

termi-navamo un concerto, la destinazione

era il Bairro ed inevitabilmente il Frágil.

Questo spazio è stato molto

impor-tante per la difesa della dignità dello

stesso Bairro Alto.

È stato lì che, 11 anni fa, ho conosciuto

mia moglie, anche lei frequentatrice

del Frágil da sempre. E così ho deciso

di rilevare il Bar per evitarne la

chiusu-ra, quando Manuel Reis, ex

proprieta-rio e fondatore del locale, ha scelto di

dedicarsi ad un progetto di maggior

invergatura: l’emblematica discoteca

Lux, altro spazio che mi seduce.

Con il passare del tempo sono

diven-tato socio del Frágil. Oltre ad una sorta

di devozione, essere lì la sera, per lo

meno una volta alla settimana, è

an-che un dovere. È bello quando si

uni-sce l’utile al dilettevole…

Il Bairro Alto è un posto magico. Di

giorno, i piccoli negozi di quartiere,

le tasquinhas (trattorie tipiche), gli

abitanti del posto; la sera, il tempo dei

forestieri, dei locali notturni e del fado.

“La luce di Lisboa è unica”

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L’itinerario del turismo culturale a Lisboa si

arricchi-sce, così, di un’altra aff ascinante struttura, situata in

una zona pedonale nel cuore del centro storico, in

una via che unisce il Rossio al Terreiro do Paço. Si

tratta di un progetto che, oltre a valorizzare l’off erta

culturale della città, è stato realizzato nel contesto

di un’ambiziosa strategia di miglioramento urbano

della Baixa.

Situato nell’antica sede di un’istituzione bancaria

portoghese, l’area destinata all’esposizione si snoda

intorno ad un imponente bancone di marmo verde.

Quest’elemento, di un certo valore e di grandi

dimen-sioni, apparteneva alla banca, ed è stato mantenuto,

incorniciandosi alla perfezione nel nuovo spazio.

Considerando la tematica che esprime, il Mude non

è del tutto concluso. Anche in questo è diverso ed ha

alterato le consuetudini, nell’aprire le sue porte con

i lavori ancora in corso. Ha rappresentato

un’innova-IL

MUDE

CAMBIA

CASA

LISBOA, HUB IBERICO

zione, ancora, nell’uso dei materiali e nelle strutture

di supporto, sottolineandone la fl essibilità.

Per il momento, i visitatori trovano ancora le

pare-ti con il cemento a vista, ma possono accedere alla

collezione di Francisco Capelo, una delle più

presti-giose del mondo, costituita da 2500 oggetti.

Nel-l’esposizione inaugurale, denominata giustamente

Ante-estreia (Prima della Prima), è stata ripercorsa

la storia contemporanea attraverso 170 opere, da

Le Corbusier a Azzedine Alaïa. Nello spazio possono

essere ammirati i lavori di designer della levatura di

Russel Wright, Charlotte Perriand, Ettore Sottsass e

Mar Newson e opere degli stilisti Pierre Balmain, Paco

Rabanne, Jean Paul Gaultier, Vivienne Westwood e

John Galliano. Le opere in mostra sono state signifi

-cative nella trasformazione degli usi e dei costumi in

relazione allo spazio e al corpo.

Quest’universo del design e della moda,

l’ecceziona-le qualità della sua coll’ecceziona-lezione e il concetto su cui si

basa la missione del MUDE fanno di Lisboa

un’impor-tante “Città del Design”.

Al primo piano, destinato alle mostre temporanee,

dopo “Ombro a Ombro” (Spalla a Spalla),

un’esposi-zione di manifesti che vuole mettere in evidenza il

contributo del design all’elaborazione dell’immagine

dei politici, c’è “È proibido proibir” (È vietato vietare),

basata sugli anni 1965-‘72, un periodo concitato, che

si è chiaramente rifl esso nella Moda.

E quando i lavori saranno conclusi, nel 2011, oltre alla

collezione del museo, ci saranno un bar-ristorante al

7.º ed ultimo piano, un auditorium con capienza per

100 persone, un centro di archivio e

documentazio-ne, sale per esposizioni – tanto per mostre

perma-nenti che temporanee - spazi da affi ttare per il lancio

di prodotti, un’area educativa (laboratori e atelier),

uno spazio per le prove affi nché gli stilisti e i designer

possano sviluppare e presentare progetti, un

labora-torio di restauro e conservazione, ed un negozio e

una libreria accessibili direttamente dalla strada.

Il nuovo Museo del Design e

della Moda (MUDE), adesso con

uno spazio autonomo dove si

può apprezzare l’importanza

della creazione contemporanea

negli usi e costumi, costituisce un

elemento degno di nota sia nel

processo di recupero della Baixa

Pombalina che nella crescita

dell’off erta culturale di Lisboa.

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Se il MUDE valorizza la creazione contemporanea, il

Museu das Artes Decorativas Portuguesas ricrea

un’al-tra epoca fulcrale per l’evoluzione del Portogallo e del

mondo. Nel cuore del quartiere di Alfama, aff acciato

sul fi ume Tago, il Palazzo Azurara, a Largo das Portas

do Sol, ospita il Museo Scuola, costituito nel 1953 con

l’intento di mostrare l’opera d’arte ed insegnare le

tec-niche tradizionali del saper fare.

Il Palazzo Azurara risale al XVI secolo ed è stato

ac-quistato da Ricardo do Espírito Santo Silva nel 1947, il

quale lo ha fatto restaurare come dimora aristocratica

del XVIII secolo e decorare con oggetti della sua

col-lezione personale. Era la genesi di un progetto unico

nella sfera culturale, culminato nella donazione del

pa-lazzo e di parte della collezione allo Stato portoghese,

ARTI DECORATIVE

NELLA

CONSERVAZIONE DELL’IDENTITÀ

Una dimora nobiliare

portoghese, con certezza! È

ciò che il Museu das Artes

Decorativas Portuguesas

ha da mostrare. E come si è

evoluta la casa tra il XVI e XIX

secolo. Mostrare e conservare,

attraverso l’arte del saper fare.

in seguito alla costituzione della Fundação Ricardo

Espírito Santo, vocata alla protezione delle Arti e dei

Mestieri.

L’idea è quella di invitare il visitatore ad apprezzare ed

ammirare l’opera fi nita, ma anche ad approssimarlo

alla sua concezione ed esecuzione. Percorrendo i vari

nuclei tematici – Arte mobiliera, Tessuti, Argenteria

ed Orefi ceria, Porcellane Cinesi, Ceramica Portoghese

e Maioliche, Pittura, Disegno, Scultura, Legatoria

arti-stica ed Illuminazione - il visitatore viaggia attraverso

le Arti Decorative Portoghesi, con opere che vanno

dal XV al XIX secolo. Da notare come l’organizzazione

dello spazio del museo metta in scena le epoche e le

funzionalità di una dimora nobiliare portoghese.

La mostra permanente ingloba importanti collezioni

di Azulejos (Maioliche) Portoghesi, tappeti di Arraiolos

del XVII e XVIII secolo, opere di orefi ceria che vanno

dal XV al XIX secolo, la ceramica e la pittura,

attraver-so i lavori di Gregório Lopes, Bento Coelho da Silveira,

Francisco Vieira il “Portuense”, Vieira Lusitano, Pillement,

Noël, Van Loo, Delerive, Dirk Stoop ou Quillard.

Ma, il nucleo più importante è forse quello dedicato

all’arte Mobiliera, con più di 330 pezzi, in

rappresen-tanza di due secoli di Arte, che danno il contributo a

ricreare l’atmosfera di abitabilità, in una metrica

poeti-ca delegata da varie generazioni.

Il “Cortejo Triunfal das Girafas” è uno degli oggetti più

emblematici del nucleo dei Tessuti, della serie “À

ma-neira de Portugal e da Índia” (A mo’ del Portogallo e

dell’India). Con appena una ventina di esemplari nel

mondo, l’opera è stata eseguita in lana e seta nelle

botteghe franco-fi amminghe di Tournai, nei primi

trent’anni del XVI secolo. Propone un colorato corteo

di animali esotici ed illustra i contatti con i nuovi

mon-di incontrati dalle Scoperte Portoghesi.

Il prestigio raggiunto dal museo è decisamente

asso-ciato alla componente del saper fare, attraverso i lavori

realizzati nei laboratori, sia nella riproduzione di opere

originali e nella concezione di modelli propri, sia nella

conservazione e restauro del patrimonio. Le due aree

di attività condividono il rispetto per la maestria e per

i metodi tradizionali e garantiscono l’incremento degli

interventi.

Uno dei progetti più recenti, nell’area della

conserva-zione e del restauro, è stato il ripristino delle mobilie

del Palazzo di Seteais, a Sintra, che ha coinvolto 13

botteghe di arti e mestieri e 40 tecnici di varie

specia-lizzazioni durante un anno. La collezione del Palazzo di

Seteais è composta da circa 2000 pezzi, di espressioni

artistiche quali i mobili d’arte, i candelabri, i tessuti, la

tappezzeria, i dipinti murali e da cavalletto, le incisioni

e le porcellane.

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JOANA VASCONCELOS

Lisboa è delle poche capitali

europee che sfocia nell’oceano e

questo privilegio di comunicare

con il mondo è “assolutamente

fantastico”. È così che l’artista plastica

Joana Vasconcelos sintetizza la

“sua” città, dove “è cresciuta nella

democrazia in cui crede”. Durante

15 anni di carriera, le sue opere

sono sparse nei quattro lati del

mondo: “appartengo ad una famiglia

molto speciale, internazionale, che

s’incrocia, da qualche parte, in una

rotta nell’Atlantico, ma il mio punto

di partenza resta sempre Lisboa”,

conclude.

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Il pubblico percepisce il concetto che cerca di

trasmettere nell’associare la creatività con i

ma-teriali?

Più che di materiali o di scala, l’importante è il

di-scorso. È la mia visione rifl essa in un’opera o in un

allestimento, ma la cui interpretazione è soggettiva

e variabile. Quando ho concepito “Sapatos” (Scarpe),

con eleganti tacchi alti fatti di pentole, ho pensato a

come sia diffi cile circolare così per Lisboa. Se

associa-mo questa diffi coltà nel salire al Bairro Alto, ad

esem-pio, con i tacchi alti, ci accorgiamo di come Lisboa

rappresenti un segnale di conquista, soprattutto per

le donne. Molte persone hanno accomunato l’opera

al glamour, simbolizzato da Marilyn Monroe, per la

forma, alla manifestazione dell’universo femminile, in

contrasto con il contenuto, con le faccende di casa,

attraverso i materiali usati, pentole e tegami. C’è

inol-tre da dire che Lisboa è femminile, è una principessa.

È una strana forma di vita, è Amalia, è fado, è la

pe-scivendola …

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Lisboa è sempre di più legata al mondo di Joana.

Come si rifl ette questa relazione nel suo lavoro?

Lisboa è sempre stata un punto di partenza sia in

termini personali che artistici. O meglio, l’identità di

ogni artista è indissociabile dalla genuinità in

quan-to persona, dalla concezione di vita. E Lisboa è, per

me, sinonimo di comunicazione con il mondo. Sono

della Lisboa dell’Atlantico, più che di quella del Tago.

Sono della Lisboa che comunica al mondo, più che

di quella che naviga dentro sé stessa. In termini

este-tici, la luce della città, di un bianco intenso, la

relazio-ne con il mare e la forma come scivola per le collirelazio-ne

e sfocia nel fi ume sono elementi presenti nelle mie

opere.

Ad esempio, per compensare l’intensità luminosa

di Lisboa, cerco di utilizzare colori vivi piuttosto che

chiari. Allo stesso modo, nell’organizzazione dello

spazio, Lisboa ne possiede di molto diff erenti e

que-sto cambiamento di attitudine a cui la città obbliga,

conduce a momenti distinti, più esuberanti. Faccio

ricorso ai colori vivi e alle variazioni di scala, che

tra-ducono le discontinuità, mentre i momenti più fi

gu-rativi, i segnali di maggiore continuità, richiamano al

minimalismo e ai toni più austeri, come il nero.

La sua opera è decisamente connotata dalla

scelta dei materiali e dalla dimensione degli

alle-stimenti, in un’estetica singolare piena di ironia.

In un mondo globalizzato in cui il diverso è

fon-damentale anche (o soprattutto) nelle attività

creative, come defi nirebbe l’universo artistico di

Joana Vasconcelos?

La poetica dell’Atlantico. In questa logica della

par-tenza da Lisboa, ho la prospettiva del mare come

co-municazione con il mondo, da dentro verso fuori. Si

tratta di una prospettiva molto forte e diff erente da

quella del fi ume, associata ad una navigazione verso

l’interno, verso il Paese ma dentro. Non è a caso che

additiamo il Tago come arteria principale del

Porto-gallo. Secondo me questo potere di comunicazione

di Lisboa è molto importante, perché sono poche le

capitali europee che sfociano nell’Atlantico.

Abbia-mo città Abbia-molto dinamiche in termini creativi, ma per

esempio Barcellona non possiede questa forza. Parigi

e Londra si rivelano come una specie di calamita, in

cui è il mondo che converge verso di loro e non

tan-to il fl uire al contrario. Una delle città che ha, come

Li-sboa, questa capacità di partire da dentro verso fuori

è Istambul, assolutamente aff ascinante.

LISBOA

È SEMPRE IL

PUNTO DI

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E quale opera ritrarrebbe Lisboa?

Se pensiamo a “Spot me” (Guardami), è Lisboa. È una

garitta, la mia, con l’interno tempestato di specchi

ma che non consentono una visione su sé stessi.

Oppure, nel senso della comunicazione, “Barco da

Mariquinhas” (la Barca di Mariquinhas), che trasporta

Lisboa per il mondo, con le maioliche che ne

ester-nano la tradizione ed il valore culturale e

patrimo-niale.

Nel 2004 è stata invitata a lavorare alla Torre di

Belém, nell’ambito del progetto “As Maravilhas

do Mundo”. Che cosa ha rappresentato questa

sfi da?

Sono cresciuta a guardare la Torre di Belém tutti i

giorni, mentre andavo a scuola. Conosco molto bene

il monumento e sarà sempre la mia opera più

com-plessa. Quando mi è arrivato l’invito, mi sono

immer-sa in me stesimmer-sa per capire il signifi cato della Torre.

La scelta di rendere omaggio alla Torre con un “Colar”

(Collana) è nata dal fatto che il monumento

rappre-senta la Lisboa principessa, un simbolo della

Scoper-ta del mondo da parte dei portoghesi, che è servito

da scrigno per pietre semipreziose, insieme a tutto

l’immaginario marittimo manuelino. Ed era arrivato

il momento di farle onore con una collana di pietre

preziose. I galleggianti sono l’elemento

contempora-neo marittimo della Torre che incorona la città

prin-cipessa, Torre che era rimasta lì da sola, visto che non

sono mai arrivati a costruirne una seconda, la sua

gemella, dall’altro lato del fi ume.

Sarà sempre la sua opera più complessa? Se

do-vesse rifarla tra 20 anni, sarebbe diversa?

Sarà sempre la mia opera più complessa. E siccome

ho una prospettiva di evoluzione non lineare, ossia,

non ho un percorso predefi nito di attingere

deter-minate tappe fi no a un grande obiettivo, guardo alle

mie opere con la stessa intensità e la stessa

motiva-zione in relamotiva-zione all’epoca in cui le ho concepite e

concretizzate.

(11)

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Se pensiamo a “A Noiva” (la Sposa), a “O Sapato”

(La Scarpa), al recente “Nèctar” (Nettare) o a

“Co-ração” (Cuore), notiamo l’evocazione di questioni

attuali, come il ruolo della donna, con

prospetti-ve diff erenti a seconda delle società. A cosa sta

lavorando?

Le idee vengono, ma c’è bisogno di cercare partners

per concretizzarle. Ad esempio, il “Jardim do Éden”,

che si trova in esposizione al Museu da

Electricida-de, è un’idea che ha impiegato sette anni a

diven-tare realtà. Allo stesso modo, il mio lavoro sull’opera

di Rafael Bordalo Pinheiro si rifl etterà, in breve, sulla

riabilitazione dei giardini del Museu da Cidade.

Due progetti molto legati alla sostenibilità

am-bientale…

Senza dubbio. Il giardino artifi ciale vuole tradurre la

relazione dei materiali per reciclare la banalità, nel

dare un aspetto di qualità nel seno della poetica del

giardino, ma sussiste – data l’idea di sospensione

– l’assenza di ancore, ossia, per quanto l’Uomo possa

mettere la tecnologia al servizio della Natura, è

ne-cessaria un’attitudine di difesa, di conservazione

del-la fl ora e deldel-la fauna, perché l’intelligenza artifi ciale

non fa miracoli.

D’altro canto l’esposizione delle opere di Bordalo

Pinheiro nel Museu da Cidade consente non solo di

contribuire al recupero dei giardini, che

rappresen-tano un universo che mi incanta, ma vuole anche

sensibilizzare alla necessità della preservazione: per

questo l’uso dei lavori ad uncinetto come materiale

di protezione.

Per quanto riguarda le opere scelte, ho voluto

sele-zionare gli animali più selvaggi, perché non possiamo

addomesticare completamente ciò che è selvaggio,

cosa che mi sembra importante da sottolineare, in

un contesto di estinzione delle specie e di attitudine

positiva per la conservazione della natura.

La riabilitazione dei giardini del Museu da

Ci-dade mostra il ruolo del design come uno dei

pilastri fondamentali per lo sviluppo delle città.

Come aff ronta il recupero urbano in una città

come Lisboa?

Questo progetto è un esempio di come si possa

dare ai giardini di Lisboa una nuova vita e, persino,

una nuova dinamica di giardino. Ritengo che a

Li-sboa una delle maggiori sfi de sia quella di riabilitare

l’interno urbano. Il trucco non migliora la parte

in-teriore di una persona e, per questo, è urgente un

approccio profondo all’interno delle case. Non basta

tinteggiare le facciate, è necessaria una logica

socia-le che migliori la qualità della vita della popolazione

residente nel centro storico, sempre più invecchiata,

rivalutarne gli spazi, conferire una dinamica nuova

che possa raff orzare una nuova vitalità, off rire un

rin-giovanimento alla città-mare.

Quali le opere che possiamo annunciare?

Il “Sr. Videira” (Sig. Videira) e la “D. Jasmim” (Sig.ra

Ja-smin) si trovano in fase di allestimento. Il “Sr. Videira”

è una damigiana di cinque metri d’altezza, fatta di

ferro battuto che al suo interno contiene viti; la “D.

Jasmim” è una teiera, anch’essa in ferro battuto, che

emana i profumi del gelsomino piantato al suo

inter-no. Dopotutto è un’essenza di Lisboa.

Vetrina, 2008

Nettare, 2006

(12)

LISBOA

ALL’AVANGUARDIA,

CON IDENTITÀ

(13)

VIDA PORTUGUESA

IL VALORE MADE IN PORTUGAL

“Vida Portuguesa”, un’idea di Catarina Portas, intende riscoprire le marche che hanno

fat-to sfat-toria e segnafat-to generazioni, tentando di “ridare valore alla qualità della produzione

manifatturiera portoghese e di rivelare il Portogallo in un modo sorprendente”. Si tratta di

“marche registrate nella memoria che vendono un modus vivendi”. Un Paese, un

popo-lo, un’identità, rifl essi nel “quotidiano di un’epoca” e nel risveglio di “ricordi e sensazioni in

ognuno di noi”.

Prodotti per la cucina, per uffi cio, per il bagno e di decorazione, fanno parte della vasta off

er-ta: le miracolose caramelle del Dr. Bayard, la tinta per capelli Olex, la pasta da denti

medici-nale Couto, la crema per le mani Benamor e le saponette Ach Brito tornano, così, a fare parte

delle abitudini di coloro che lo desiderano. Lo stesso vale per i fi occhi di avena e riso della

Zelly, il tè Gorreana delle Azzorre o le conserve di pesce fresco azzorriano della Tricana che si

trovano a disposizione di coloro che li vogliono aggiungere al cestino degli acquisti.

Anche le ceramiche di Bordalo Pinheiro, soprattutto le rondinelle – un’esclusiva di “Vida

Portuguesa” - le maioliche della Viúva Lamego ed i ricami di Viana do Castelo registrano la

loro presenza in questo spazio.

LISBOA

ALL’AVANGUARDIA,

CON IDENTITÀ

Sentire Lisboa è toccare la sua identità, identifi carne l’anima che

si rivela nei suoi interstizi, nelle usanze, nell’arte, nelle genti e nei

simboli culturali. È da ammirare inoltre la sua capacità di innovare

l’approccio ai simboli classici in una prospettiva che mescola

la tradizione e l’avanguardia, segnale dei tempi che cambiano.

La nostalgia che avvolge i sensi invita a visitare alcuni spazi

commerciali che rispecchiano, in fi n dei conti, la vita di Lisboa.

LISBOA, AVANGUARDIA E TRADIZIONE

12_ 13

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A ARTE DA TERRA

PASSIONE PER

L’ARTIGIANATO

Perché “l’artigianato dev’essere genuino”, Arte da Terra vuole

re-cuperare otto secoli di storia delle arti e dei mestieri, proponendo

pezzi unici e con una storia da raccontare.

I Lenços dos Namorados (Fazzoletti degli Innamorati) – maggior

simbolo di amori e disamori - che risalgono al XVII-XVIII secolo,

rappresentano un ex-libris di questo spazio. Rievocano i tempi in

cui le ragazze in età da marito li ricamavano a punto croce,

illu-minate dall’immaginazione, nella speranza che l’eletto li usasse.

Così come i lini e il burel (tipo di mastruca in pura lana vergine), i

ricami di Viana do Castelo, Felgueiras, Castelo Branco o Arraiolos e

gli oggetti figurativi e decorativi, dedicati soprattutto ai bambini,

sono disponibili in questo spazio, in cui inoltre è impossibile non

farsi tentare dai tanti dolci tradizionali in rappresentanza di tutto

il Paese.

Arte da Terra si trova, dal 2006, nel cuore di Lisboa, in un edificio

del XII secolo, proprio a voler sottolineare l’identità artistica che

caratterizza la sua offerta.

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JIMMY

PORTUGUESE

STYLESHOP

ALI DEL

DESIDERIO

Jimmy Portuguese Styleshop è uno spazio

dedi-cato ad oggetti e concetti creativi, risultato di un

profondo desiderio di innovare.

Da Bordalo Pinheiro a sedie ispirate all’Alentejo, dai

galletti pop minimalisti in miniatura bianca – un

soffi o del vento del nord – agli uccelli che si

ap-pollaiano nella gabbia tipica dell’isola di Madera,

che riposano, nonostante il caldo intenso, oppure

al riciclaggio per il XXI secolo di lampadari degli

anni ‘50 e ’60; si tratta di uno spazio invitante, con

un’identità propria.

THE WRONG SHOP

NELLA TRADIZIONE

DELL’ INSOLITO

Parallelamente ai concetti ispirati e rinnovati a partire dall’identità portoghese,

esistono altri spazi che cercano di associare una maggiore ricercatezza

all’avan-guardia.

È il caso di The Wrong shop, che vende prodotti stilizzati, con una fantasia

col-ma di ironia e col-malizia. Con oggetti di natura ludica ed utilitaristica, in cui si vuole

reinterpretare ogni prodotto tramite il design, succede l’insolito nelle allusioni

ai simboli tradizionali portoghesi e all’attualità. Partendo da questa maniera di

stare e di comunicare il Portogallo, le t-shirt, i quadri, gli oggetti di coccio, le

targhe, le borse o la bigiotteria fanno parte dell’inventario.

E se il Galo de Barcelos fosse dipinto da voi. Sì, avete capito bene, ve lo

sugge-risce The Wrong Shop. Non essendo in vendita il tradizionale Galo de Barcelos,

uno dei simboli della cultura portoghese, il negozio fa appello alla fantasia di

ogni cliente, presentadogli una collezione di galletti da dipingere e, osando

ironicamente, mettendo a disposizione dei souvenir di galli ispirati a costumi

e culture stranieri. Dal “Nú” (Nudo) a “Olè”, da “UK” a “USA” e a “Gay”, c’è solo da

scegliere.

Di recente, il “negozio sbagliato” si concentra su un “rappresentante” della

di-plomazia portoghese: il nuovo cane della famiglia Obama, Bo. T-shirt, tazze e

saponi divulgano il messaggio “Yes, we Cão” (Sì, noi Cane) oppure “No, we Cat”

(No, noi Gatto)!

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LISBOA

HA LE FINESTRE

APERTE SUL MONDO

“Contado Ninguèm Acredita” (Raccontato Nessuno

ci Crede) è stato il primo brano registrato dai

Deo-linda per i “Novos Talentos Fnac 2007”. In poco più

di un anno e mezzo, il successo raggiunto,

mostran-do personaggi e vite della Lisboa del famostran-do, era quasi

inimmaginabile.

In seguito è uscito il primo disco lanciato attraverso

l’inclusione del brano “Fado Toninho” nella colonna

sonora di una tenovela. Oggi il disco “Canção ao

Lado” cantato tutto in portoghese, è doppio disco di

platino ed ha raggiunto il 4º posto nella classifi ca Top

della World Music Charts Europe. Perché? “Perché

oltre a proporre una musica originale tutta cantata

in portoghese, Deolinda racconta storie universali,

con le quali si può identifi care tanto il pubblico di un

paesino dell’interno del Portogallo, quanto quello di

Berlino, Londra o Roma”, aff ermano i quattro

musici-sti, appena trentenni.

L‘universo femminile è da subito presente nel

nome del gruppo: Deolinda. “Da molto presto

ab-biamo avvertito una presenza femminile in tutte

le canzoni” e così si è deciso di “creare un

perso-naggio”. In pochi secondi l’idea del nome “Ivone”

è stata sostituita da “Deolinda”, una signora che

guardando al mondo dalla fi nestra, caratterizza

il tono cronachistico dei pezzi del giovane

grup-po. L’esperienza precedente di Pedro Martins di

scrivere testi per la televisione ha consentito “una

maggiore facilità nel creare storie e sviluppare

per-sonaggi” che si “rifl ette nelle canzoni che scrive”.

Molto spesso associati al fado, i Deolinda non si

defi niscono “un progetto di fado e ancor meno

in-novatori della sonorità del fado”, bensì “estimatori

del fado ed, in quanto amanti della buona musica”,

sostengono: “Abbiamo bisogno di queste

ispira-zioni non solo per il nostro lavoro ma anche per

CARTA

D’IDENTITÀ

I Deolinda

Ana Bacalhau, 31 anni

José Pedro Leitão, 30 anni

Pedro da Silva Martins, 33 anni

Luís José Martins, 31 anni

Discografi a

“Canção ao lado”

(Aprile 2008, doppio disco di platino)

I concerti in numeri

In Portogallo – Circa duecento (2008 e 2009)

Nel Mondo – 25 (dal Marzo 2009)

(17)

Deolinda è un’osservatrice

della vita, dalla fi nestra

del suo appartamento, al

piano terra di un edifi cio,

situato in parte indefi nita

nella periferia di Lisboa,

città ispiratrice e “bella

nella sua imperfezione”.

la nostra fruizione personale”. E sarà che il fado può

essere ballato, proprio come è tentata “Garconette

da casa de fado”? “Ma certo! Provateci!”

In fi n dei conti, “il fado non è sbagliato, non è né un

delitto né un difetto”. Come la musica portoghese.

Un messaggio che è stato ben recepito dal pubblico,

“smontando il vecchio mito per il quale ‘cantare in

portoghese è out’ e che apre nuovi percorsi per chi si

sente motivato ed impegnato a fare musica in

porto-ghese”. Concentrati nel “cercare di fare la miglior

mu-sica possibile”, Lisboa è il palco delle loro avventure.

Certo “Lisboa não è una cidade perfeita”, come titola

una delle canzoni più intimiste del disco, ma “è bella

nella sua imperfezione ed è molto ispiratrice”. Per i

Deolinda, “Lisboa è molto più del fado o della

sauda-de. Continua ad essere la città delle fi nestre aperte e

del meticciato culturale, che mantiene la personalità

di grande metropoli e al contempo, conserva i

trat-ti rurali in scorci a volte surreali”. Le persone hanno,

sempre di più, diverse tonalità di pelle, parlano altre

lingue e seguono altre abitudini e religioni e, per

tut-to questut-to, si sente la necessità di ripensare il

concet-to di ‘tipico” e perché no, il concetconcet-to di ‘tradizione’ ”.

DAL PORTOGALLO

AL MONDO

“Canção ao lado” è stato lanciato agli inizi del 2009

in Europa e negli Stati Uniti, e i Deolinda hanno

rea-lizzato concerti nelle principali capitali europee.

L’ac-coglienza “è stata molto buona e abbiamo terminato

i concerti convinti che Deolinda possa esistere, non

solo in Portogallo, ma anche in altri Paesi e per

al-tre lingue”. Soprattutto perché il pubblico si è via via

“identifi cato con le storie che raccontiamo” e

sicco-me Ana Bacalhau è poliglotta “riesce a trassicco-mettere il

messaggio delle nostre canzoni”.

Nonostante le crescenti pressioni, Deolinda tuttora

continua a vivere al piano terra, ma grazie

all’esi-to raggiunall’esi-to, esce di casa più volte. Anche perché

“quando è fuori per più tempo le vicine le annaffi ano

le piante e si prendono cura dei gatti e del pesciolino

rosso”. Soprattutto, “continua ad osservare le vite, non

solo dalla sua fi nestra, ma anche da altre fi nestre

dal-le quali si aff accia durante i suoi viaggi”. E da questa

capacità di osservazione potranno “nascere nuove

storie per un nuovo disco tra breve… ”

DISCORSO

DIRETTO

La schiettezza del brano “Movimento

Per-pétuo Associativo” è un grido dell’anima,

un pugno sul tavolo?... A livello mondiale

viviamo in un periodo agitato e si parla

spesso di rassegnazione e di letargia. La

musica continua ad essere una forma di

comunicazione che “scuote” le

convinzio-ni?

Se è un pugno sul tavolo, è di quelli con cui

il tavolo si rigira e ci cadono addosso tutti i

piatti e i bicchieri. Siamo tutti molto idealisti

e rivoluzionari fi no al momento della verità

cioè quando dobbiamo mostrare il nostro

valore e, alla fi ne, troviamo mille scuse per

non farlo. A volte non è una questione di

rassegnazione o di letargia, ma esiste un’idea

di comodità che è preesistente. Stiamo tutti

troppo comodi per cambiare checchessia.

Cambiare è una rottura! Sembriamo quei

gatti ciccioni sdraiati sul divano che

veden-do passare un topolino dicono “andate pure

senza me che io vi raggiungo!”. Non che

que-sto sia necessariamente sbagliato, ha anche

il suo lato carino e aff ascinante… e Deolinda

adora i gatti…

Siete stati al Festival Sudoeste per due

anni di seguito. Quali diff erenze avete

riscontrato?

Per prima cosa, il palco. Dal palco secondario

al palco principale. Poi, il pubblico. Il primo

anno eravamo praticamente sconosciuti, nel

secondo c’era una folla che sapeva a

memo-ria le nostre canzoni. Infi ne, la concezione

dello spettacolo. Nell’ultimo concerto

abbia-mo potuto avvalerci della presenza di alcuni

ospiti speciali e siamo usciti dal recinto in un

camion, in mezzo al pubblico che cantava

Movimento Perpétuo Associativo. L’analogia

tra i due concerti: entrambi indimenticabili!

DEOLINDA

16_ 17 © R ita C armo

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SINTRA, CAPITALE DEL ROMANTICISMO

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18_ 19

“Chi non ti ama?” chiedeva Almeida Garrett, il padre del Romanticismo in

Portogallo, rivolto alla “bella Sintra”, in una retorica che anticipa la magia

del posto dei sogni, la Serra da Lua, “forse la più bella del mondo”, come

sosteneva Lord Byron, o dove “tutti gli stranieri potranno ritrovare un

pez-zetto della loro patria”, secondo le parole di Hans Christian Andersen.

La magia dei sogni che avvolge Sintra trova la sua apoteosi del periodo

romantico agli sgoccioli del XVIII secolo e durante il XIX.

Il paesaggio esotico e l’unicità del clima hanno attratto, tra le sue

fo-schie, viaggiatori stranieri che, una volta stabilitivisi, hanno costruito

simboli che oggi ci consentono di parlare di Sintra come la Capitale del

Romanticismo, come Monte Sacro uscito da una fiaba di fate.

L’apogeo della costruzione del paesaggio di Sintra risale al regno di Don

Fernando II (1836-1885), il Re artista che, rispetto a quanto accaduto in

altre regioni mediterranee, introduce il Romanticismo in modo

origina-le. Da notare come, dopo aver acquisito il Convento da Pena, situato su

una montagna scoscesa, lo ha trasformato in un palazzo di sogno, alla

luce delle idee e della sensibilità estetica che sono appannaggio solo di

un romantico. Ha creato un ampio parco con alberi rari ed esotici,

de-corato da fontane, corsi d’acqua e serie di laghetti, da chalet, cappelle,

finte rovine, e attraversato da percorsi rielaborati ad ogni passaggio.

Spazio di illusioni, a partire dalla metà del XIX secolo, Sintra è diventata

l’habitat d’elezione per artisti come Viana da Motta, Alfredo Keil, Eça de

Queiróz o Ramalho Ortigão. Ed ancora Lord Byron, Christian Andersen o

Richard Strauss.

Sintra è Patrimonio Mondiale dell’Umanità, un universo di sogni

trasfor-mati in realtà, in fin dei conti, “l’unico posto del Paese in cui la Storia è

diventata giardino” e dove “la morte è impossibile nel vigore della sua

bellezza”, come scrisse Vergílio Ferreira.

Ma l’architettura emblematica di Sintra va oltre il Palácio da Pena.

Rega-leira, Monserrate, Castelo dos Mouros, Palácio da Vila e Palácio Nacional

de Queluz sono simboli e soste obbligate per tutti coloro che

desidera-no tuffarsi nello spirito romantico.

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PALÁCIO

DE MONSERRATE

La passione di Francis Cook per Sintra fu

immedia-ta e, nel 1858, commissionò all’architetto Thomas

Knowles la costruzione del Palácio de Monserrate,

sulle rovine della dimora neogotica edifi cata dal

commerciante inglese Gerard de Visme. Monserrate

era stato visitato da Lord Byron mezzo secolo prima

e la sua bellezza fu immortalata nella poesia “Childe

Harold’s Pilgrimage”. Un vero racconto di fate, tra

al-beri dei quattro lati del mondo e la serenità purifi

ca-trice dei laghi e del susseguirsi delle cascate.

PALÁCIO E QUINTA

DA REGALEIRA

Sul versante della Serra e a pochi chilometri dal

centro storico ci sono la Quinta da Regaleira e il suo

Palácio, con impressionanti quattro ettari trasformati

da Carvalho Monteiro, ex proprietario, e Luigi Manini,

architetto, in giardini, laghi, grotte e costruzioni che

fanno da richiamo per i sensi. È necessario sentirli,

re-spirarne l’alchimia, ammirare il palazzo e percorrerne

le emozioni.

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PALÁCIO NACIONAL

DE SINTRA

Il Palácio Nacional de Sintra, detto anche Palácio da

Vila, è un progetto di autore ignoto, nel cuore del

centro storico, riconoscibile da due grandi

comi-gnoli gemelli che danno imponenza alla cucina. È

stato utilizzato dalla Famiglia Reale Portoghese fi no

alla fi ne della Monarchia, nel 1910. Nel 2008 è stato

il palazzo più visitato del Portogallo, con più di

quat-trocentomila visitatori.

CASTELO

DOS MOUROS

Come un serpente snodato sul monte con vilsta

sul mare, il Castelo dos Mouros aff onda le sue radici

nell’occupazione araba dell’ VIII secolo e narra la

leg-genda che il coraggio di un gruppo di 20 cavalieri,

comandati da Don Afonso Henriques e la protezione

della Vergine Maria, hanno permesso la conquista

del Castello dei Mori.

PALÁCIO NACIONAL

DA PENA

Il Palácio Nacional da Pena sarà uno dei migliori simboli

del movimento romantico del XIX secolo ed il primo ad

essere costruito in Europa, circa trent’anni prima del

ce-lebre bavarese Schloss Neuschwanstein.

Il palazzo si fonde con la macchia verde di più di 200

ettari, con numerose costruzioni che seducono il

visita-tore. Ponti e grotte, panche, pergolati e fontane, le case

del guardiano, le serre di camelie e la onnipresente

pro-tezione del guerriero scolpito su pietra.

PALÁCIO E QUINTA DA REGALEIRA

Contatto: 21 910 66 50

Gennaio, novembre e dicembre

Visita Libera: dalle 10,00 alle 17,30 – ultima

entrata alle 17,00

Visita Guidata: alle 10,30; 11,00; 12,00; 14,30;

15,00; 15,30

Febbraio, marzo e ottobre

Visita Libera: dalle 10,00 alle 18,30 - ultima

entrata alle 18,00

Visita Guidata: alle 10,30; 11,00; 12,00; 14,30;

15,30; 16,00

Da aprile a settembre

Visita Libera: dalle 10,00 alle 20,00 – ultima

entrata alle 19,00

Visita Guidata: alle 10,30; 11,00; 12,00; 14,00;

14,30; 15,30; 16,30; 17,30

PALÁCIO DE MONSERRATE

Contatto: 21 923 73 00

Da aprile a settembre

Parco de Monserrate: dalle 09,30 alle 20,00

– ultima entrata alle 19,00

Palácio de Monserrate: 10,00 alle 13,00

e 14,00 alle 18,30

Da ottobre a marzo

Parco de Monserrate: dalle 10,00 alle 18,00

– ultima entrata alle 17,00

Palácio de Monserrate: 10,00 alle 13,00 e 14,00

alle 16,30

CASTELO DOS MOUROS

Contatto: 21 923 73 00

Da aprile a settembre

dalle 9,30 alle 20,00 (ultima entrata alle 19,00

Da ottobre a marzo

dalle 10,00 alle 18,00 (ultima entrata alle 17,00)

PALÁCIO NACIONAL DA PENA

Contatto: 21 923 73 00

Da aprile a settembre

Parco da Pena: 09,30 alle 20,00 – ultima entrata

alle 19,00

Palácio da Pena: Esterni, Terrazzi e Cappella

dalle 9,45 alle 19,30 – ultimo biglietto

alle 18,45 e ultima entrata alle 19,00

Palácio da Pena: Visita Completa del Palazzo

dalle 9,45m alle 19,00 – ultimo biglietto alle

18,15 e ultima entrata alle 18,30

Da ottobre a marzo

Parco da Pena: 10,00 alle 18,00 – ultima

entrata alle 17,00

Parco da Pena: 10,00 alle 18,00 – ultima entrata

alle 17,00

PALÁCIO NACIONAL DE SINTRA

Contatto: 21 910 68 40

Dalle 09,30 alle 17,30 - ultima entrata alle 17,00

Chiuso il mercoledì

(22)

CERCANDO

L’ONDA MIGLIORE

SURF

(23)

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CERCANDO

L’ONDA MIGLIORE

Il surf è lo sport di elezione nel litorale portoghese,

con condizioni eccezionali per la sua pratica lungo

la costa della Regione di Lisboa. A Ericeira, Cascais,

Peniche o a Nazarè si succedono le “escursioni” degli

amanti della tavola alla ricerca dell’onda migliore!

Ericeira appare sulla “mappa mentale” dei surfi sti di

tutto il mondo. Secondo quanto aff erma uno studio

internazionale sulle fi rme e sui locali associati alla

pratica di questo sport, il piccolo paesino di

pesca-tori, situato a poche decine di chilometri da Lisboa,

è già un punto di riferimento tra l’elite del surf

mon-diale.

Il blu è tutt’uno con Ericeira, la avvolge con onde

straordinarie e incornicia le case che sono

imbianca-te da semplice calce. Molto legaimbianca-te al mare, le

spiag-ge della regione off rono le migliori condizioni per la

pratica del surf, soprattutto per le esclusive destre

perfette che si trovano nella Praia dos Coxos. Ma

at-tenzione, questo è un posto adatto soltanto a surfi sti

molto esperti, poiché il fondale roccioso, pieno di

ric-ci di mare, non perdona chi non è pratico… Le onde

destre sono ottime, arrivano con il mare basso, nella

parte centrale della baia, e con mare ingrossato, un

po’ più a nord. Anche gli amanti del windsurf e del

kytesurf possono praticare le loro passioni, perché

Ericeira off re fondali marini diversi, rocciosi

(point-breaks) e sabbiosi (beach-(point-breaks).

Oltre ai campionati e alle prove uffi ciali, le

principa-li spiagge del circuito off rono attività formative per

grandi e piccoli, insieme agli eventi e ai festival di

musica che si realizzano un po’ per tutta la costa.

© J

oão Barbosa

© J

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DOLCI CONVENTUALI

PECCATI

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Se pensiamo alle “Barrigas de Freira” (Pance di

suora), “Papos de Anjo” (Delizie degli Angeli) o

“Orelhas de Abade” (Orecchie di Abate), troviamo

alcune tracce di ironia peccaminosa associata ai

dolci nati nei conventi. Molto zucchero e tante

uova, delicatamente lavorati con devozione da

mani talentuose dei clerici celibatari residenti. Un

sapere accumulato nei secoli e che persiste

so-prattutto per la realizzazione di un evento

annua-le, La Mostra di Alcobaça, in pieno autunno, che

è già diventata una delle più importanti e visitate

del panorama gastronomico portoghese.

La verità è che i conventi e i monasteri

accoglie-vano tanti fi gli dell’ aristocrazia che,

naturalmen-te, portavano con sé delle abitudini e doti

gastro-nomiche che diedero vita ad un’arte pasticcera

raffi nata, con ricette ancora oggi mantenute in

segreto. Questo perché le ricette erano di

pro-prietà del convento e le suore si impegnavano a

mantenerne il segreto per sempre.

I dolci conventuali fanno parte della storia di Lisboa,

anche per le decine di conventi femminili che ha

ospitato.

Quest’anno si celebrano i dieci anni della Mostra

In-ternazionale di Dolci e Liquori Conventuali, nel

Mo-nastero di Alcobaça, la cui bellezza è, già di per sé,

ragione di visita e locale ideale per ricevere l’evento.

Nella Sala dos Monges (Sala dei Monaci), il piacere

addolcisce l’anima, impregnandola di vari dolci a

base di uova e mandorle, come le famose “Barrigas

de Freira”, “Papos de Anjo”, o “Orelhas de Abade”, tra i

molti, molti altri dal sapore divino.

Ma l’innovazione si presta anche per seguire la

tra-dizione, con cioccolato, marmellate, liquori,

ciocco-latini, biscotti e pasticcini, confezionati, attualmente,

da suore e frati di conventi europei, proprio come i

liquori che ne sono un degno complemento,

soprat-tutto il Liquore di Singeverga, l’unico ancora oggi

prodotto in un Monastero del Portogallo.

RICETTE

TOUCINHO

DO CÉU

zucchero: 650 gr

mandorle sbucciate:

500 gr

cannella: 1 cucchiaino da tè

albumi: 11

chiodi di garofano d’India (in polvere): 1 pizzico

farina: 4 cucchiai

tuorli: 16

Preparazione:

Battere lo zucchero, i tuorli, gli albumi, i chiodi

di garofano e la cannella, e quando, sollevando

l’impasto, questo si riesce a modellare,

aggiun-gere le mandorle grattate e la farina. Dopo aver

amalgamato bene il tutto, disporre l’impasto

in una forma unta di margarina spolverizzata

con farina ed infornare a bassa temperatura.

Una volta cotto, sfornare e togliere gli eccessi

di farina. Aff ettare ed intingere nello zucchero

caramellato, infi ne spolverizzare con zucchero

e cannella.

PAPOS DE ANJO

Si battono 12 tuorli

durante un’ora. Si

un-gono delle formine

piccole con il burro

e si riempiono con i

tuorli. Vanno in forno

a bassa temperatura e, una volta pronti, si

sfor-nano e si dispongono in un vassoio. A parte, si

prepara lo zucchero caramellato, che si stende

sui papos. Devono riposare 24 ore.

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Che ne dite di visitare Lisboa in modo diff erente, divertente ed amico

dell’ ambiente? Le proposte sono svariate e condividono l’importanza

dell’uso dei mezzi di trasporto pubblici, dai più tradizionali ai più

innovativi, con una emissione ridotta o addirittura inesistente di CO

2

.

Sono le passeggiate eco-friendly: in bicicletta, in carrozze di cavalli o

in buggy, Lisboa rappresenta sempre una conquista.

ECO-FRIENDLY

PASSEGGIATE

ECO-FRIENDLY

PASSEGGIATE

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26_ 27

PEDALARE NELLA STORIA

Basta saper andare in bicicletta. Il Lisbon Bike Tour fa

il giro di Lisboa, proponendo una passeggiata in

bici-cletta, con guida, che partendo dal Parque Eduardo VII,

scende verso il centro, al Marquês di Pombal, all’Avenida

da Liberdade, Rossio, in direzione al lungofi ume, con un

passaggio per le Docas di Alcântara, fi no al patrimonio

di Belém, concludendo alla Torre de Belém.

Il tragitto è facile, senza salite, e dura tre ore, nella

versio-ne completa, ma si può scegliere una distanza ridotta,

come per esempio, fi no alla Praça do Comércio.

EMISSIONI ZERO, EMOZIONI AL MASSIMO

NEI VEICOLI ELETTRICI

Un menù di quattro circuiti disponibili in due tipi di veicoli che non usano combustibili fossili.

La segway è ideale per scoprire gli angoli dell’Alfama e il Castelo de S. Jorge, riuscendo ad

arrivare lì dove l’automobile non ce la fa, sulla ripida salita del cuore di Lisboa. In zone più

spaziose e pianeggianti, il buggy, a due o quattro posti, è il “giocattolo” che parla e seduce,

con un GPS di guida che riduce le possibilità di perdere l’orientamento.

Queste proposte della Redtour sono interessanti e rappresentano una forma di esplorare

Lisboa con altri occhi.

Le passeggiate hanno una durata prevista di 01h30, che può essere ridotta o estesa a

secon-da delle esigenze del cliente.

I quattro itinerari comprendono “Belém – Golden Age of Discoveries”, punto di partenza per

la scoperta di nuovi mondi e dove si trovano il Monastero dos Jerónimos, la Torre di Belém, il

Padrão dos Descobrimentos (Monumento alle Scoperte), il Museu dos Coches, il Jardim

Tro-pical, il Centro Cultural de Belém o il Palácio Nacional de Belém; il Lisbon “Soho-Style” evoca

l’energia lisboeta di Soho, dallo Chiado al Príncipe Real, una Lisboa cosmopolita, dove si

pos-sono trovare vari negozi di design, laboratori, gallerie d’arte, musei, ristoranti, caff etterie

tra-dizionali e bar moderni, librerie, teatri e molte manifestazioni artistiche e culturali; ed ancora,

la Old Lisbon (Lisboa Antica) focalizza le attenzioni sulla Sé di Lisboa, la chiesa più antica della

città, fi no al Castelo de São Jorge, riconquistato ai mori da Don Afonso Henriques, passando

per il Monastero de São Vicente de Fora, uno degli esempi più belli dell’architettura

manieri-sta portoghese, senza dimenticare il meraviglioso panorama della Comanieri-sta do Castelo. Alla fi ne,

l’itinerario Coração de Alfama, forse il quartiere più tipico della capitale, unico per il suo mix di

aromi e sapori, per i vicoletti stretti ed irregolari ed i tanti scalini che rinfrescano l’anima.

CAVALLI A BELÉM

Le “Passeggiate Turistiche in carrozza a Belém” sono

pro-mosse dalla Qtour, e vogliono restituire alla capitale il

trasporto turistico in queste carrozze, recuperando una

tradizione e promuovendo la sostenibilità ambientale,

ad un prezzo molto attraente. In realtà, fi no alla metà del

XX secolo, le carrozze di cavalli erano utilizzate in tutto il

quartiere del lungofi ume. Ogni carrozza ha una capienza

massima di otto persone e la passeggiata ha una durata di

20 minuti, percorrendo, per tre chilometri, vari locali di

inte-resse storico e culturale, come ad esempio il Monastero dos

Jerónimos, il Centro Cultural de Belém, il Museu dos Coches

(Museo delle Carrozze) e i Pastèis de Belém (Pasticceria

anti-ca che produce i famosi dolcetti).

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TERRAZZE VIRTUALI

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Un innovativo sistema di terrazze virtuali interattive consente a tutti i

ci-bernauti di visitare dieci scenari di Lisboa, ognuno di essi basato su un

elemento di ricchezza del patrimonio della capitale portoghese.

Per mezzo di questo nuovo strumento – disponibile su www.visitlisboa.com

- il cibernauta è accompagnato, partendo da qualsiasi parte del mondo e

adattato alle esigenze di tempo di ciascuno, a (ri)scoprire le vedute della

città dalle sette colline, attraverso i belvederi di Monte Agudo, Penha de

França, Torel, Parque Eduardo VII, Elevador de Santa Justa, São Pedro de

Alcântara, Graça, Nossa Senhora do Monte, Santa Luzia e do Castelo de

S. Jorge.

Dal Miradouro (Belvedere) de Nossa Senhora do Monte possiamo

vede-re un ampio panorama di Lisboa che compvede-rende il Castelo de S. Jorge,

l’Elevador de Santa Justa (Ascensore di Santa Justa), le Ruínas do Carmo

(Rovine del Carmo), il Ponte 25 de Abril ed il Cristo Rei.

Il Miradouro di S. Pedro de Alcântara off re una vista privilegiata sul

Cen-tro Storico della città, che si snoda dal Parque Eduardo VII all’Avenida da

Liberdade passando per la Piazza dos Restauradores, fi no al fi ume Tejo. A

titolo di curiosità c’è da riferire che, in alcuni casi, da alcuni belvedere è

possibile avvistarne altri.

SU LISBOA

28_ 29 © A nt ónio S ac chetti

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PASSEGGIATE

PASSEGGIARE

ATTRAVERSO LA STORIA

CON IL CENTRO NACIONAL

DE CULTURA

© J

osé Man

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SHUTTLE

VOUCHER

Dopo il Taxi Voucher, un servizio esistente dal 1999,

nasce lo Shuttle Voucher, un novo servizio off erto dal

Turismo de Lisboa con il fi ne di aumentare la

sicurez-za e il comfort di coloro che visitano la capitale.

Si tratta di un servizio prepagato, diretto ai turisti, che

utilizza vetture di lusso, guidate da autisti

professiona-li quaprofessiona-lifi cati nell’area del turismo che parlano

corren-temente la lingua del cliente.

In partnership con la Associação Nacional de

Tran-sportes Ligeiros de Turismo (ANTLITUR), il servizio è

disponibile negli Uffi ci del Turismo de Lisboa. Con un

parco auto composto da più di 70 vetture ed una

va-sta scelta di modalità di servizi, off re dal Transfer con

prenotazione, Transfer di lungo raggio con

prenota-zione, servizio personalizzato e Tour con orario

sta-bilito. Oltre agli spostamenti nella regione di Lisboa,

lo Shuttle Voucher è un tipo prestazione che si può

estendere a tutto il Paese e alla Spagna, ed i costi

va-riano a seconda della distanza e del tipo di servizio.

Passeios de Domingo (Passeggiate della Domenica), concepite ed organizzate dal

Centro Nacional de Cultura, sono uno strumento importante della promozione del

“turismo culturale”, fondato su una visione integrata di turismo, ambiente, patrimonio,

itinerari culturali e formazione.

I luoghi da visitare sono diversi ed hanno come comune denominatore quello di

suscitare la curiosità e l’interesse delle persone.

Ad esempio, i visitatori già possono passeggiare per il patrimonio edifi cato della Baixa

Pombalina, apprezzare le “Chafarizes de Lisboa” (Fontane), importanti non solo per la

funzione vitale che rappresentano per la città, ma anche per l’immagine

monumenta-le di Lisboa, oppure dirigersi ai “Palácios de Algés”, tra i quali si evince il recentemente

restaurato Palácio Anjos, un edifi cio del XIX secolo, vero e próprio ex-libris

dell’Architet-tura Balneare di Algés. In esso sono esposte le opere di alcuni dei più importanti artisti

portoghesi come Paula Rego, Graça Morais, Júlio Pomar e António Palolo, tra gli altri.

PASSEGGIARE

ATTRAVERSO LA STORIA

CON IL CENTRO NACIONAL

DE CULTURA

© J

osé Man

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In un pianeta in cui il 71 per cento della superfi cie è

composta da acqua, l’importanza degli oceani è centrale

per l’equilibrio della Terra. L’Oceanario di Lisboa è un

simbolo dell’armonia esistente tra Uomo e Natura.

PIANETA

OCEANO

OCEANO

OCEANO

OCEANO

OCEANO

OCEANO

PIANETA

OCEANO

PIANETA

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Lisboa ha il privilegio di avere un legame impari con l’Atlantico, cosa che è

giu-stamente eternizzata nel più grande Oceanario d’Europa, dove i visitatori si

la-sciano incantare dalla miriade di animali e piante di centinaia di specie diff erenti.

Per questo è la struttura culturale più ricercata a Lisboa, con oltre un milione di

visitatori all’anno, che arricchisce la conoscenza e raff orza la conservazione del

patrimonio naturalistico, sottolineando i vantaggi di una relazione sana tra

l’Uo-mo e la Natura.

Concepito di proposito per l’Esposizione Mondiale del 1998, nel Parque das

Nações, off re una visione chiara ed innovativa di come, dopotutto, i mari e gli

oceani della Terra costituiscano un Oceano Globale. Questo è, di fatto, il nome di

uno dei più grandi acquari del mondo, con oltre 5 milioni di litri d’acqua salata.

Accompagna i visitatori lungo tutto il percorso dei due piani interni, i suoi abitanti

OCEANARIO

sono nomadi di natura, ed essendo di grandi dimensioni, attraversano i vari

ocea-ni. Per esempio gli squali, le razze, i barracuda come esemplari maggiori delle circa

100 specie che condividono questa grande vasca centrale – di circa 1000 m

2

– che

illustra il Mare Aperto e i quattro habitat costieri – Atlantico del Nord, Antartico,

Pacifi co temperato ed Indiano tropicale.

Scendendo al piano subacqueo, il visitatore può trovare altri 24 acquari che

met-tono in evidenza la specifi cità di ognuno degli habitat e delle rispettive specie in

una diversità globale raff orzata dall’ottimizzazione della luce, del suono e degli

aromi.

Sul ponte di accesso all’entrata, da subito i suoni immergono il visitatore in

un’al-tra dimensione: uccelli costieri, onde che si infrangono e, una volta all’interno, le

ambientazioni sonore delle Azzorre, dell’Alaska o delle Seychelles.

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Referências

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