ARTE TEATRO DANZA MUSICA NOTTE ARTE TEATRO DANZA MUSICA NOTTE
MY OWN
LISBON
LISBOA, HUB
CULTURALE IBERICO
PASSEGGIATE
ECO-FRIENDLY
INTERVISTA
JOANA VASCONCELOS
LISBON
JOANA
VASCONCELOS
Lisboa è delle poche capitali europee che sfocia nell’oceano e questo privilegio di comunicare con il mondo è “assolutamente fantastico”. È così che l’artista plastica Joana Vasconcelos sintetizza la “sua” città, dove “è cresciuta nella democrazia in cui crede”. Durante 15 anni di carriera, le sue opere sono sparse nei quattro lati del mondo: “Appartengo ad una famiglia molto speciale, internazionale, che s’incrocia, da qualche parte, in una rotta nell’Atlantico, ma il mio punto di partenza resta sempre Lisboa”, conclude.IL MUDE
CAMBIA CASA
Il nuovo Museo del Design e della Moda (MUDE), adesso con uno spazio autonomo dove si può apprezzare l’importanza della creazione contemporanea negli usi e costumi, costituisce un elemento degno di nota sia nel processo di recupero della Baixa Pombalina che nella crescita dell’off erta culturale di Lisboa.ARTI
DECORATIVE
NELLA
CONSERVAZIONE
DELL’IDENTITÀ
Una dimora nobiliare portoghese, con certezza! È ciò che il Museu das Artes Decorativas Portuguesas ha da mostrare. E come si è evoluta la casa tra il XVI e XIX secolo. Mostrare e conservare, attraverso l’arte del saper fare.7
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LISBOA
ALL’AVANGUARDIA,
CON IDENTITÀ
Sentire Lisboa è toccare la sua identità, identifi carne l’anima che si rivela nei suoi interstizi, nelle usanze, nell’arte, nelle genti e nei simboli culturali. È da ammirare inoltre la sua capacità di innovare l’approccio ai simboli classici in una prospettiva che mescola la tradizione e l’avanguardia, segnale dei tempi che cambiano. La nostalgia che avvolge i sensi invita a visitare alcuni spazi commerciali che rispecchiano, in fi n dei conti, la vita di Lisboa.INDEX
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MY OWN LISBON
La rivista-guida dei turisti che visitano Lisboa
Nº 5
PROPRIETÀ
Turismo de Lisboa
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1100-038 Lisboa
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Paula Oliveira
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STAMPA
Sogapal
100.000 esemplari
portoghese, spagnolo, inglese,
francese, tedesco, italiano
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LA MIA LISBOA RODRIGO LEÃO PASSEGGIATE PASSEGGIATE ECO-FRIENDLY TERRAZZE VIRTUALIPASSEGGIARE ATTRAVERSO LA STORIA
PERCORSI
ROMA A LISBOA NEL XVIII SECOLO UNA NAZIONE FIAMMINGA A LISBOA
DIRETTORIO RISTORANTI MONUMENTI E MUSEI SVAGHI SOGGIORNO
SINTRA,
CAPITALE DEL
ROMANTICISMO
“Chi non ti ama?” chiedeva Almeida Garrett, il padre del Romanticismo in Portogallo, rivolto alla “bella Sintra”, in una retorica che anticipa la magia del posto dei sogni, la Serra da Lua, “forse la più bella del mondo”, come sosteneva Lord Byron, o dove “tutti gli stranieri potranno ritrovare un pezzetto della loro patria”, secondo le parole di Hans Christian Andersen.DEOLINDA
Deolinda è un’osservatrice della vita, dalla fi nestra del suo appartamento, al piano terra di un edifi cio, situato in parte indefi nita nella periferia di Lisboa, città ispiratrice e “bella nella sua imperfezione”.2_ 3
SURF
Il surf è lo sport di elezione nel litorale portoghese, con condizioni eccezionali per la sua pratica lungo la costa della Regione di Lisboa. A Ericeira, Cascais, Peniche o a Nazarè si succedono le “escursioni” degli amanti della tavola alla ricerca dell’onda migliore!
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DOLCI
CONVENTUALI
Se pensiamo alle “Barrigas de freira” (Pance di suora), “Papos de anjo” (Delizie degli Angeli) o “Orelhas de Abade” (Orecchie di Abate), troviamo alcune tracce di ironia peccaminosa associata ai dolci nati nei conventi. Molto zucchero e tante uova, delicatamente lavorati con devozione da mani talentuose dei clerici celibatari residenti. Un sapere accumulato nei secoli e che persiste soprattutto per la realizzazione di un evento annuale, La Mostra di Alcobaça, in pieno autunno, che è già diventata una delle più importanti e visitate del panorama gastronomico portoghese.24
OCEANARIO
In un pianeta in cui il 71 per cento della superfi cie è composta da acqua, l’importanza degli oceani è centrale per l’equilibrio della Terra. L’Oceanario di Lisboa è un simbolo dell’armonia esistente tra Uomo e Natura.
LA MIA
LISBOA
RODRIGO LEÃO
MUSICISTA
Dalla mia casa si vede il Tago. Non
im-porta quale sia la stagione. Né l’ora. La
luce che entra dalla fi nestra è sempre
speciale e distinta da quella dei luoghi
in cui sono stato. Forse è così per la
vicinanza al fi ume, per il colore delle
case, per la sua storia. Forse. Non lo so,
ma so che non ho mai visto da
nes-suna parte una luce come quella di
Lisboa, una luce cinematografi ca a cui
viene voglia di dare una colonna
so-nora. È quello che cerco di fare; e forse
anche per questo molti rintracciano
nella malinconia una costante dei
miei brani. È a Lisboa che compongo
la maggior parte della mia musica,
così, anche se indirettamente, tutto mi
ispira – le persone, il chiasso della
stra-da e... il silenzio. E quando l’ispirazione
fi nisce, resta sempre una fi nestra con
vista sul Tago...
Lisboa è la mia casa, è un punto di
ri-torno. Nonostante viaggi molto e mi
piaccia conoscere altri lidi, il piacere
più grande è quello che provo nel
tor-nare di nuovo a casa. Mi ricordo bene
dei primi viaggi con i Madredeus e la
saudade che sentivo di Lisboa. Ancora
oggi, durante i viaggi per ferie o per
lavoro, dopo un po’ di tempo mi
vie-ne quella stretta al cuore. Rientrare a
Lisboa signifi ca rivedere la famiglia, gli
amici ed i luoghi che mi piacciono. È
tornare a casa.
È una città bella ed umile, cosmopolita
e al contempo provinciale per la sua
dimensione.
Ed in questa mia Lisboa, vivo la mia
routine. Quotidiana. Porto i bambini
a scuola, nella zona di S. Bento e, non
poche volte, torno a casa per
parcheg-giare la macchina e percorrere la salita
della Bica prima di cominciare a
la-vorare. Quando il tempo lo consente,
mi gusto la colazione allo Chiado, alla
pasticceria Bènard. E se mia moglie mi
accompagna, è chiaro che so che il
tragitto fi no alla sala prove di Rua da
Atalaia, diventa più lungo tra una
sbir-ciatina e l’altra per i negozi della Baixa,
dello Chiado e del Bairro Alto. La
mat-tinata vola rapidamente e viene voglia
di pranzare a base di pesce fresco all’
Adega das Mercês, un ristorante
pic-colo e semplice che si trova nella via
da cui prende il nome, nel Bairro Alto.
Se ho voglia di cucina italiana, vado
al Casanostra, in Travessa do Poço da
Cidade, dove mi sento a casa…E nei
giorni in cui il tempo è davvero scarso,
la destinazione è il Café Vertigo, per un
delizioso pasto veloce. Il pomeriggio è
dedicato al lavoro fi no all’ora di andare
a prendere i miei fi gli a scuola. Questa
è la mia routine quotidiana. Durante i
fi ne settimana, quando resto a Lisboa,
nelle mattine di sabato mi piace
an-dare al mercato biologico del Príncipe
Real, alla ricerca di un buon olio
d’oli-va, di frutta e verdure fresche e
sapori-te. Ma della routine fa parte anche la
vita notturna – cenare al Pap’açorda,
un ristorante che dopo 30 anni
conti-nua ad off rire ciò che di meglio si fa
a Lisboa; poi bastano pochi metri ed
eccolo al numero 126, il Bar Frágil. Lì
incontro gli amici e nei giorni in cui il
locale è (troppo) pieno, il rifugio, la mia
sala prove, si trova proprio al piano
su-periore.
Il Frágil è nato negli anni ’80, nello
stesso anno in cui ho fondato, insieme
ad amici, il primo gruppo musicale, la
Sétima Legião. Ogni volta che
termi-navamo un concerto, la destinazione
era il Bairro ed inevitabilmente il Frágil.
Questo spazio è stato molto
impor-tante per la difesa della dignità dello
stesso Bairro Alto.
È stato lì che, 11 anni fa, ho conosciuto
mia moglie, anche lei frequentatrice
del Frágil da sempre. E così ho deciso
di rilevare il Bar per evitarne la
chiusu-ra, quando Manuel Reis, ex
proprieta-rio e fondatore del locale, ha scelto di
dedicarsi ad un progetto di maggior
invergatura: l’emblematica discoteca
Lux, altro spazio che mi seduce.
Con il passare del tempo sono
diven-tato socio del Frágil. Oltre ad una sorta
di devozione, essere lì la sera, per lo
meno una volta alla settimana, è
an-che un dovere. È bello quando si
uni-sce l’utile al dilettevole…
Il Bairro Alto è un posto magico. Di
giorno, i piccoli negozi di quartiere,
le tasquinhas (trattorie tipiche), gli
abitanti del posto; la sera, il tempo dei
forestieri, dei locali notturni e del fado.
“La luce di Lisboa è unica”
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L’itinerario del turismo culturale a Lisboa si
arricchi-sce, così, di un’altra aff ascinante struttura, situata in
una zona pedonale nel cuore del centro storico, in
una via che unisce il Rossio al Terreiro do Paço. Si
tratta di un progetto che, oltre a valorizzare l’off erta
culturale della città, è stato realizzato nel contesto
di un’ambiziosa strategia di miglioramento urbano
della Baixa.
Situato nell’antica sede di un’istituzione bancaria
portoghese, l’area destinata all’esposizione si snoda
intorno ad un imponente bancone di marmo verde.
Quest’elemento, di un certo valore e di grandi
dimen-sioni, apparteneva alla banca, ed è stato mantenuto,
incorniciandosi alla perfezione nel nuovo spazio.
Considerando la tematica che esprime, il Mude non
è del tutto concluso. Anche in questo è diverso ed ha
alterato le consuetudini, nell’aprire le sue porte con
i lavori ancora in corso. Ha rappresentato
un’innova-IL
MUDE
CAMBIA
CASA
LISBOA, HUB IBERICO
zione, ancora, nell’uso dei materiali e nelle strutture
di supporto, sottolineandone la fl essibilità.
Per il momento, i visitatori trovano ancora le
pare-ti con il cemento a vista, ma possono accedere alla
collezione di Francisco Capelo, una delle più
presti-giose del mondo, costituita da 2500 oggetti.
Nel-l’esposizione inaugurale, denominata giustamente
Ante-estreia (Prima della Prima), è stata ripercorsa
la storia contemporanea attraverso 170 opere, da
Le Corbusier a Azzedine Alaïa. Nello spazio possono
essere ammirati i lavori di designer della levatura di
Russel Wright, Charlotte Perriand, Ettore Sottsass e
Mar Newson e opere degli stilisti Pierre Balmain, Paco
Rabanne, Jean Paul Gaultier, Vivienne Westwood e
John Galliano. Le opere in mostra sono state signifi
-cative nella trasformazione degli usi e dei costumi in
relazione allo spazio e al corpo.
Quest’universo del design e della moda,
l’ecceziona-le qualità della sua coll’ecceziona-lezione e il concetto su cui si
basa la missione del MUDE fanno di Lisboa
un’impor-tante “Città del Design”.
Al primo piano, destinato alle mostre temporanee,
dopo “Ombro a Ombro” (Spalla a Spalla),
un’esposi-zione di manifesti che vuole mettere in evidenza il
contributo del design all’elaborazione dell’immagine
dei politici, c’è “È proibido proibir” (È vietato vietare),
basata sugli anni 1965-‘72, un periodo concitato, che
si è chiaramente rifl esso nella Moda.
E quando i lavori saranno conclusi, nel 2011, oltre alla
collezione del museo, ci saranno un bar-ristorante al
7.º ed ultimo piano, un auditorium con capienza per
100 persone, un centro di archivio e
documentazio-ne, sale per esposizioni – tanto per mostre
perma-nenti che temporanee - spazi da affi ttare per il lancio
di prodotti, un’area educativa (laboratori e atelier),
uno spazio per le prove affi nché gli stilisti e i designer
possano sviluppare e presentare progetti, un
labora-torio di restauro e conservazione, ed un negozio e
una libreria accessibili direttamente dalla strada.
Il nuovo Museo del Design e
della Moda (MUDE), adesso con
uno spazio autonomo dove si
può apprezzare l’importanza
della creazione contemporanea
negli usi e costumi, costituisce un
elemento degno di nota sia nel
processo di recupero della Baixa
Pombalina che nella crescita
dell’off erta culturale di Lisboa.
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Se il MUDE valorizza la creazione contemporanea, il
Museu das Artes Decorativas Portuguesas ricrea
un’al-tra epoca fulcrale per l’evoluzione del Portogallo e del
mondo. Nel cuore del quartiere di Alfama, aff acciato
sul fi ume Tago, il Palazzo Azurara, a Largo das Portas
do Sol, ospita il Museo Scuola, costituito nel 1953 con
l’intento di mostrare l’opera d’arte ed insegnare le
tec-niche tradizionali del saper fare.
Il Palazzo Azurara risale al XVI secolo ed è stato
ac-quistato da Ricardo do Espírito Santo Silva nel 1947, il
quale lo ha fatto restaurare come dimora aristocratica
del XVIII secolo e decorare con oggetti della sua
col-lezione personale. Era la genesi di un progetto unico
nella sfera culturale, culminato nella donazione del
pa-lazzo e di parte della collezione allo Stato portoghese,
ARTI DECORATIVE
NELLA
CONSERVAZIONE DELL’IDENTITÀ
Una dimora nobiliare
portoghese, con certezza! È
ciò che il Museu das Artes
Decorativas Portuguesas
ha da mostrare. E come si è
evoluta la casa tra il XVI e XIX
secolo. Mostrare e conservare,
attraverso l’arte del saper fare.
in seguito alla costituzione della Fundação Ricardo
Espírito Santo, vocata alla protezione delle Arti e dei
Mestieri.
L’idea è quella di invitare il visitatore ad apprezzare ed
ammirare l’opera fi nita, ma anche ad approssimarlo
alla sua concezione ed esecuzione. Percorrendo i vari
nuclei tematici – Arte mobiliera, Tessuti, Argenteria
ed Orefi ceria, Porcellane Cinesi, Ceramica Portoghese
e Maioliche, Pittura, Disegno, Scultura, Legatoria
arti-stica ed Illuminazione - il visitatore viaggia attraverso
le Arti Decorative Portoghesi, con opere che vanno
dal XV al XIX secolo. Da notare come l’organizzazione
dello spazio del museo metta in scena le epoche e le
funzionalità di una dimora nobiliare portoghese.
La mostra permanente ingloba importanti collezioni
di Azulejos (Maioliche) Portoghesi, tappeti di Arraiolos
del XVII e XVIII secolo, opere di orefi ceria che vanno
dal XV al XIX secolo, la ceramica e la pittura,
attraver-so i lavori di Gregório Lopes, Bento Coelho da Silveira,
Francisco Vieira il “Portuense”, Vieira Lusitano, Pillement,
Noël, Van Loo, Delerive, Dirk Stoop ou Quillard.
Ma, il nucleo più importante è forse quello dedicato
all’arte Mobiliera, con più di 330 pezzi, in
rappresen-tanza di due secoli di Arte, che danno il contributo a
ricreare l’atmosfera di abitabilità, in una metrica
poeti-ca delegata da varie generazioni.
Il “Cortejo Triunfal das Girafas” è uno degli oggetti più
emblematici del nucleo dei Tessuti, della serie “À
ma-neira de Portugal e da Índia” (A mo’ del Portogallo e
dell’India). Con appena una ventina di esemplari nel
mondo, l’opera è stata eseguita in lana e seta nelle
botteghe franco-fi amminghe di Tournai, nei primi
trent’anni del XVI secolo. Propone un colorato corteo
di animali esotici ed illustra i contatti con i nuovi
mon-di incontrati dalle Scoperte Portoghesi.
Il prestigio raggiunto dal museo è decisamente
asso-ciato alla componente del saper fare, attraverso i lavori
realizzati nei laboratori, sia nella riproduzione di opere
originali e nella concezione di modelli propri, sia nella
conservazione e restauro del patrimonio. Le due aree
di attività condividono il rispetto per la maestria e per
i metodi tradizionali e garantiscono l’incremento degli
interventi.
Uno dei progetti più recenti, nell’area della
conserva-zione e del restauro, è stato il ripristino delle mobilie
del Palazzo di Seteais, a Sintra, che ha coinvolto 13
botteghe di arti e mestieri e 40 tecnici di varie
specia-lizzazioni durante un anno. La collezione del Palazzo di
Seteais è composta da circa 2000 pezzi, di espressioni
artistiche quali i mobili d’arte, i candelabri, i tessuti, la
tappezzeria, i dipinti murali e da cavalletto, le incisioni
e le porcellane.
JOANA VASCONCELOS
Lisboa è delle poche capitali
europee che sfocia nell’oceano e
questo privilegio di comunicare
con il mondo è “assolutamente
fantastico”. È così che l’artista plastica
Joana Vasconcelos sintetizza la
“sua” città, dove “è cresciuta nella
democrazia in cui crede”. Durante
15 anni di carriera, le sue opere
sono sparse nei quattro lati del
mondo: “appartengo ad una famiglia
molto speciale, internazionale, che
s’incrocia, da qualche parte, in una
rotta nell’Atlantico, ma il mio punto
di partenza resta sempre Lisboa”,
conclude.
Il pubblico percepisce il concetto che cerca di
trasmettere nell’associare la creatività con i
ma-teriali?
Più che di materiali o di scala, l’importante è il
di-scorso. È la mia visione rifl essa in un’opera o in un
allestimento, ma la cui interpretazione è soggettiva
e variabile. Quando ho concepito “Sapatos” (Scarpe),
con eleganti tacchi alti fatti di pentole, ho pensato a
come sia diffi cile circolare così per Lisboa. Se
associa-mo questa diffi coltà nel salire al Bairro Alto, ad
esem-pio, con i tacchi alti, ci accorgiamo di come Lisboa
rappresenti un segnale di conquista, soprattutto per
le donne. Molte persone hanno accomunato l’opera
al glamour, simbolizzato da Marilyn Monroe, per la
forma, alla manifestazione dell’universo femminile, in
contrasto con il contenuto, con le faccende di casa,
attraverso i materiali usati, pentole e tegami. C’è
inol-tre da dire che Lisboa è femminile, è una principessa.
È una strana forma di vita, è Amalia, è fado, è la
pe-scivendola …
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Lisboa è sempre di più legata al mondo di Joana.
Come si rifl ette questa relazione nel suo lavoro?
Lisboa è sempre stata un punto di partenza sia in
termini personali che artistici. O meglio, l’identità di
ogni artista è indissociabile dalla genuinità in
quan-to persona, dalla concezione di vita. E Lisboa è, per
me, sinonimo di comunicazione con il mondo. Sono
della Lisboa dell’Atlantico, più che di quella del Tago.
Sono della Lisboa che comunica al mondo, più che
di quella che naviga dentro sé stessa. In termini
este-tici, la luce della città, di un bianco intenso, la
relazio-ne con il mare e la forma come scivola per le collirelazio-ne
e sfocia nel fi ume sono elementi presenti nelle mie
opere.
Ad esempio, per compensare l’intensità luminosa
di Lisboa, cerco di utilizzare colori vivi piuttosto che
chiari. Allo stesso modo, nell’organizzazione dello
spazio, Lisboa ne possiede di molto diff erenti e
que-sto cambiamento di attitudine a cui la città obbliga,
conduce a momenti distinti, più esuberanti. Faccio
ricorso ai colori vivi e alle variazioni di scala, che
tra-ducono le discontinuità, mentre i momenti più fi
gu-rativi, i segnali di maggiore continuità, richiamano al
minimalismo e ai toni più austeri, come il nero.
La sua opera è decisamente connotata dalla
scelta dei materiali e dalla dimensione degli
alle-stimenti, in un’estetica singolare piena di ironia.
In un mondo globalizzato in cui il diverso è
fon-damentale anche (o soprattutto) nelle attività
creative, come defi nirebbe l’universo artistico di
Joana Vasconcelos?
La poetica dell’Atlantico. In questa logica della
par-tenza da Lisboa, ho la prospettiva del mare come
co-municazione con il mondo, da dentro verso fuori. Si
tratta di una prospettiva molto forte e diff erente da
quella del fi ume, associata ad una navigazione verso
l’interno, verso il Paese ma dentro. Non è a caso che
additiamo il Tago come arteria principale del
Porto-gallo. Secondo me questo potere di comunicazione
di Lisboa è molto importante, perché sono poche le
capitali europee che sfociano nell’Atlantico.
Abbia-mo città Abbia-molto dinamiche in termini creativi, ma per
esempio Barcellona non possiede questa forza. Parigi
e Londra si rivelano come una specie di calamita, in
cui è il mondo che converge verso di loro e non
tan-to il fl uire al contrario. Una delle città che ha, come
Li-sboa, questa capacità di partire da dentro verso fuori
è Istambul, assolutamente aff ascinante.
LISBOA
È SEMPRE IL
PUNTO DI
E quale opera ritrarrebbe Lisboa?
Se pensiamo a “Spot me” (Guardami), è Lisboa. È una
garitta, la mia, con l’interno tempestato di specchi
ma che non consentono una visione su sé stessi.
Oppure, nel senso della comunicazione, “Barco da
Mariquinhas” (la Barca di Mariquinhas), che trasporta
Lisboa per il mondo, con le maioliche che ne
ester-nano la tradizione ed il valore culturale e
patrimo-niale.
Nel 2004 è stata invitata a lavorare alla Torre di
Belém, nell’ambito del progetto “As Maravilhas
do Mundo”. Che cosa ha rappresentato questa
sfi da?
Sono cresciuta a guardare la Torre di Belém tutti i
giorni, mentre andavo a scuola. Conosco molto bene
il monumento e sarà sempre la mia opera più
com-plessa. Quando mi è arrivato l’invito, mi sono
immer-sa in me stesimmer-sa per capire il signifi cato della Torre.
La scelta di rendere omaggio alla Torre con un “Colar”
(Collana) è nata dal fatto che il monumento
rappre-senta la Lisboa principessa, un simbolo della
Scoper-ta del mondo da parte dei portoghesi, che è servito
da scrigno per pietre semipreziose, insieme a tutto
l’immaginario marittimo manuelino. Ed era arrivato
il momento di farle onore con una collana di pietre
preziose. I galleggianti sono l’elemento
contempora-neo marittimo della Torre che incorona la città
prin-cipessa, Torre che era rimasta lì da sola, visto che non
sono mai arrivati a costruirne una seconda, la sua
gemella, dall’altro lato del fi ume.
Sarà sempre la sua opera più complessa? Se
do-vesse rifarla tra 20 anni, sarebbe diversa?
Sarà sempre la mia opera più complessa. E siccome
ho una prospettiva di evoluzione non lineare, ossia,
non ho un percorso predefi nito di attingere
deter-minate tappe fi no a un grande obiettivo, guardo alle
mie opere con la stessa intensità e la stessa
motiva-zione in relamotiva-zione all’epoca in cui le ho concepite e
concretizzate.
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Se pensiamo a “A Noiva” (la Sposa), a “O Sapato”
(La Scarpa), al recente “Nèctar” (Nettare) o a
“Co-ração” (Cuore), notiamo l’evocazione di questioni
attuali, come il ruolo della donna, con
prospetti-ve diff erenti a seconda delle società. A cosa sta
lavorando?
Le idee vengono, ma c’è bisogno di cercare partners
per concretizzarle. Ad esempio, il “Jardim do Éden”,
che si trova in esposizione al Museu da
Electricida-de, è un’idea che ha impiegato sette anni a
diven-tare realtà. Allo stesso modo, il mio lavoro sull’opera
di Rafael Bordalo Pinheiro si rifl etterà, in breve, sulla
riabilitazione dei giardini del Museu da Cidade.
Due progetti molto legati alla sostenibilità
am-bientale…
Senza dubbio. Il giardino artifi ciale vuole tradurre la
relazione dei materiali per reciclare la banalità, nel
dare un aspetto di qualità nel seno della poetica del
giardino, ma sussiste – data l’idea di sospensione
– l’assenza di ancore, ossia, per quanto l’Uomo possa
mettere la tecnologia al servizio della Natura, è
ne-cessaria un’attitudine di difesa, di conservazione
del-la fl ora e deldel-la fauna, perché l’intelligenza artifi ciale
non fa miracoli.
D’altro canto l’esposizione delle opere di Bordalo
Pinheiro nel Museu da Cidade consente non solo di
contribuire al recupero dei giardini, che
rappresen-tano un universo che mi incanta, ma vuole anche
sensibilizzare alla necessità della preservazione: per
questo l’uso dei lavori ad uncinetto come materiale
di protezione.
Per quanto riguarda le opere scelte, ho voluto
sele-zionare gli animali più selvaggi, perché non possiamo
addomesticare completamente ciò che è selvaggio,
cosa che mi sembra importante da sottolineare, in
un contesto di estinzione delle specie e di attitudine
positiva per la conservazione della natura.
La riabilitazione dei giardini del Museu da
Ci-dade mostra il ruolo del design come uno dei
pilastri fondamentali per lo sviluppo delle città.
Come aff ronta il recupero urbano in una città
come Lisboa?
Questo progetto è un esempio di come si possa
dare ai giardini di Lisboa una nuova vita e, persino,
una nuova dinamica di giardino. Ritengo che a
Li-sboa una delle maggiori sfi de sia quella di riabilitare
l’interno urbano. Il trucco non migliora la parte
in-teriore di una persona e, per questo, è urgente un
approccio profondo all’interno delle case. Non basta
tinteggiare le facciate, è necessaria una logica
socia-le che migliori la qualità della vita della popolazione
residente nel centro storico, sempre più invecchiata,
rivalutarne gli spazi, conferire una dinamica nuova
che possa raff orzare una nuova vitalità, off rire un
rin-giovanimento alla città-mare.
Quali le opere che possiamo annunciare?
Il “Sr. Videira” (Sig. Videira) e la “D. Jasmim” (Sig.ra
Ja-smin) si trovano in fase di allestimento. Il “Sr. Videira”
è una damigiana di cinque metri d’altezza, fatta di
ferro battuto che al suo interno contiene viti; la “D.
Jasmim” è una teiera, anch’essa in ferro battuto, che
emana i profumi del gelsomino piantato al suo
inter-no. Dopotutto è un’essenza di Lisboa.
Vetrina, 2008
Nettare, 2006
LISBOA
ALL’AVANGUARDIA,
CON IDENTITÀ
VIDA PORTUGUESA
IL VALORE MADE IN PORTUGAL
“Vida Portuguesa”, un’idea di Catarina Portas, intende riscoprire le marche che hanno
fat-to sfat-toria e segnafat-to generazioni, tentando di “ridare valore alla qualità della produzione
manifatturiera portoghese e di rivelare il Portogallo in un modo sorprendente”. Si tratta di
“marche registrate nella memoria che vendono un modus vivendi”. Un Paese, un
popo-lo, un’identità, rifl essi nel “quotidiano di un’epoca” e nel risveglio di “ricordi e sensazioni in
ognuno di noi”.
Prodotti per la cucina, per uffi cio, per il bagno e di decorazione, fanno parte della vasta off
er-ta: le miracolose caramelle del Dr. Bayard, la tinta per capelli Olex, la pasta da denti
medici-nale Couto, la crema per le mani Benamor e le saponette Ach Brito tornano, così, a fare parte
delle abitudini di coloro che lo desiderano. Lo stesso vale per i fi occhi di avena e riso della
Zelly, il tè Gorreana delle Azzorre o le conserve di pesce fresco azzorriano della Tricana che si
trovano a disposizione di coloro che li vogliono aggiungere al cestino degli acquisti.
Anche le ceramiche di Bordalo Pinheiro, soprattutto le rondinelle – un’esclusiva di “Vida
Portuguesa” - le maioliche della Viúva Lamego ed i ricami di Viana do Castelo registrano la
loro presenza in questo spazio.
LISBOA
ALL’AVANGUARDIA,
CON IDENTITÀ
Sentire Lisboa è toccare la sua identità, identifi carne l’anima che
si rivela nei suoi interstizi, nelle usanze, nell’arte, nelle genti e nei
simboli culturali. È da ammirare inoltre la sua capacità di innovare
l’approccio ai simboli classici in una prospettiva che mescola
la tradizione e l’avanguardia, segnale dei tempi che cambiano.
La nostalgia che avvolge i sensi invita a visitare alcuni spazi
commerciali che rispecchiano, in fi n dei conti, la vita di Lisboa.
LISBOA, AVANGUARDIA E TRADIZIONE
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A ARTE DA TERRA
PASSIONE PER
L’ARTIGIANATO
Perché “l’artigianato dev’essere genuino”, Arte da Terra vuole
re-cuperare otto secoli di storia delle arti e dei mestieri, proponendo
pezzi unici e con una storia da raccontare.
I Lenços dos Namorados (Fazzoletti degli Innamorati) – maggior
simbolo di amori e disamori - che risalgono al XVII-XVIII secolo,
rappresentano un ex-libris di questo spazio. Rievocano i tempi in
cui le ragazze in età da marito li ricamavano a punto croce,
illu-minate dall’immaginazione, nella speranza che l’eletto li usasse.
Così come i lini e il burel (tipo di mastruca in pura lana vergine), i
ricami di Viana do Castelo, Felgueiras, Castelo Branco o Arraiolos e
gli oggetti figurativi e decorativi, dedicati soprattutto ai bambini,
sono disponibili in questo spazio, in cui inoltre è impossibile non
farsi tentare dai tanti dolci tradizionali in rappresentanza di tutto
il Paese.
Arte da Terra si trova, dal 2006, nel cuore di Lisboa, in un edificio
del XII secolo, proprio a voler sottolineare l’identità artistica che
caratterizza la sua offerta.
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JIMMY
PORTUGUESE
STYLESHOP
ALI DEL
DESIDERIO
Jimmy Portuguese Styleshop è uno spazio
dedi-cato ad oggetti e concetti creativi, risultato di un
profondo desiderio di innovare.
Da Bordalo Pinheiro a sedie ispirate all’Alentejo, dai
galletti pop minimalisti in miniatura bianca – un
soffi o del vento del nord – agli uccelli che si
ap-pollaiano nella gabbia tipica dell’isola di Madera,
che riposano, nonostante il caldo intenso, oppure
al riciclaggio per il XXI secolo di lampadari degli
anni ‘50 e ’60; si tratta di uno spazio invitante, con
un’identità propria.
THE WRONG SHOP
NELLA TRADIZIONE
DELL’ INSOLITO
Parallelamente ai concetti ispirati e rinnovati a partire dall’identità portoghese,
esistono altri spazi che cercano di associare una maggiore ricercatezza
all’avan-guardia.
È il caso di The Wrong shop, che vende prodotti stilizzati, con una fantasia
col-ma di ironia e col-malizia. Con oggetti di natura ludica ed utilitaristica, in cui si vuole
reinterpretare ogni prodotto tramite il design, succede l’insolito nelle allusioni
ai simboli tradizionali portoghesi e all’attualità. Partendo da questa maniera di
stare e di comunicare il Portogallo, le t-shirt, i quadri, gli oggetti di coccio, le
targhe, le borse o la bigiotteria fanno parte dell’inventario.
E se il Galo de Barcelos fosse dipinto da voi. Sì, avete capito bene, ve lo
sugge-risce The Wrong Shop. Non essendo in vendita il tradizionale Galo de Barcelos,
uno dei simboli della cultura portoghese, il negozio fa appello alla fantasia di
ogni cliente, presentadogli una collezione di galletti da dipingere e, osando
ironicamente, mettendo a disposizione dei souvenir di galli ispirati a costumi
e culture stranieri. Dal “Nú” (Nudo) a “Olè”, da “UK” a “USA” e a “Gay”, c’è solo da
scegliere.
Di recente, il “negozio sbagliato” si concentra su un “rappresentante” della
di-plomazia portoghese: il nuovo cane della famiglia Obama, Bo. T-shirt, tazze e
saponi divulgano il messaggio “Yes, we Cão” (Sì, noi Cane) oppure “No, we Cat”
(No, noi Gatto)!
LISBOA
HA LE FINESTRE
APERTE SUL MONDO
“Contado Ninguèm Acredita” (Raccontato Nessuno
ci Crede) è stato il primo brano registrato dai
Deo-linda per i “Novos Talentos Fnac 2007”. In poco più
di un anno e mezzo, il successo raggiunto,
mostran-do personaggi e vite della Lisboa del famostran-do, era quasi
inimmaginabile.
In seguito è uscito il primo disco lanciato attraverso
l’inclusione del brano “Fado Toninho” nella colonna
sonora di una tenovela. Oggi il disco “Canção ao
Lado” cantato tutto in portoghese, è doppio disco di
platino ed ha raggiunto il 4º posto nella classifi ca Top
della World Music Charts Europe. Perché? “Perché
oltre a proporre una musica originale tutta cantata
in portoghese, Deolinda racconta storie universali,
con le quali si può identifi care tanto il pubblico di un
paesino dell’interno del Portogallo, quanto quello di
Berlino, Londra o Roma”, aff ermano i quattro
musici-sti, appena trentenni.
L‘universo femminile è da subito presente nel
nome del gruppo: Deolinda. “Da molto presto
ab-biamo avvertito una presenza femminile in tutte
le canzoni” e così si è deciso di “creare un
perso-naggio”. In pochi secondi l’idea del nome “Ivone”
è stata sostituita da “Deolinda”, una signora che
guardando al mondo dalla fi nestra, caratterizza
il tono cronachistico dei pezzi del giovane
grup-po. L’esperienza precedente di Pedro Martins di
scrivere testi per la televisione ha consentito “una
maggiore facilità nel creare storie e sviluppare
per-sonaggi” che si “rifl ette nelle canzoni che scrive”.
Molto spesso associati al fado, i Deolinda non si
defi niscono “un progetto di fado e ancor meno
in-novatori della sonorità del fado”, bensì “estimatori
del fado ed, in quanto amanti della buona musica”,
sostengono: “Abbiamo bisogno di queste
ispira-zioni non solo per il nostro lavoro ma anche per
CARTA
D’IDENTITÀ
I Deolinda
Ana Bacalhau, 31 anni
José Pedro Leitão, 30 anni
Pedro da Silva Martins, 33 anni
Luís José Martins, 31 anni
Discografi a
“Canção ao lado”
(Aprile 2008, doppio disco di platino)
I concerti in numeri
In Portogallo – Circa duecento (2008 e 2009)
Nel Mondo – 25 (dal Marzo 2009)
Deolinda è un’osservatrice
della vita, dalla fi nestra
del suo appartamento, al
piano terra di un edifi cio,
situato in parte indefi nita
nella periferia di Lisboa,
città ispiratrice e “bella
nella sua imperfezione”.
la nostra fruizione personale”. E sarà che il fado può
essere ballato, proprio come è tentata “Garconette
da casa de fado”? “Ma certo! Provateci!”
In fi n dei conti, “il fado non è sbagliato, non è né un
delitto né un difetto”. Come la musica portoghese.
Un messaggio che è stato ben recepito dal pubblico,
“smontando il vecchio mito per il quale ‘cantare in
portoghese è out’ e che apre nuovi percorsi per chi si
sente motivato ed impegnato a fare musica in
porto-ghese”. Concentrati nel “cercare di fare la miglior
mu-sica possibile”, Lisboa è il palco delle loro avventure.
Certo “Lisboa não è una cidade perfeita”, come titola
una delle canzoni più intimiste del disco, ma “è bella
nella sua imperfezione ed è molto ispiratrice”. Per i
Deolinda, “Lisboa è molto più del fado o della
sauda-de. Continua ad essere la città delle fi nestre aperte e
del meticciato culturale, che mantiene la personalità
di grande metropoli e al contempo, conserva i
trat-ti rurali in scorci a volte surreali”. Le persone hanno,
sempre di più, diverse tonalità di pelle, parlano altre
lingue e seguono altre abitudini e religioni e, per
tut-to questut-to, si sente la necessità di ripensare il
concet-to di ‘tipico” e perché no, il concetconcet-to di ‘tradizione’ ”.
DAL PORTOGALLO
AL MONDO
“Canção ao lado” è stato lanciato agli inizi del 2009
in Europa e negli Stati Uniti, e i Deolinda hanno
rea-lizzato concerti nelle principali capitali europee.
L’ac-coglienza “è stata molto buona e abbiamo terminato
i concerti convinti che Deolinda possa esistere, non
solo in Portogallo, ma anche in altri Paesi e per
al-tre lingue”. Soprattutto perché il pubblico si è via via
“identifi cato con le storie che raccontiamo” e
sicco-me Ana Bacalhau è poliglotta “riesce a trassicco-mettere il
messaggio delle nostre canzoni”.
Nonostante le crescenti pressioni, Deolinda tuttora
continua a vivere al piano terra, ma grazie
all’esi-to raggiunall’esi-to, esce di casa più volte. Anche perché
“quando è fuori per più tempo le vicine le annaffi ano
le piante e si prendono cura dei gatti e del pesciolino
rosso”. Soprattutto, “continua ad osservare le vite, non
solo dalla sua fi nestra, ma anche da altre fi nestre
dal-le quali si aff accia durante i suoi viaggi”. E da questa
capacità di osservazione potranno “nascere nuove
storie per un nuovo disco tra breve… ”
DISCORSO
DIRETTO
La schiettezza del brano “Movimento
Per-pétuo Associativo” è un grido dell’anima,
un pugno sul tavolo?... A livello mondiale
viviamo in un periodo agitato e si parla
spesso di rassegnazione e di letargia. La
musica continua ad essere una forma di
comunicazione che “scuote” le
convinzio-ni?
Se è un pugno sul tavolo, è di quelli con cui
il tavolo si rigira e ci cadono addosso tutti i
piatti e i bicchieri. Siamo tutti molto idealisti
e rivoluzionari fi no al momento della verità
cioè quando dobbiamo mostrare il nostro
valore e, alla fi ne, troviamo mille scuse per
non farlo. A volte non è una questione di
rassegnazione o di letargia, ma esiste un’idea
di comodità che è preesistente. Stiamo tutti
troppo comodi per cambiare checchessia.
Cambiare è una rottura! Sembriamo quei
gatti ciccioni sdraiati sul divano che
veden-do passare un topolino dicono “andate pure
senza me che io vi raggiungo!”. Non che
que-sto sia necessariamente sbagliato, ha anche
il suo lato carino e aff ascinante… e Deolinda
adora i gatti…
Siete stati al Festival Sudoeste per due
anni di seguito. Quali diff erenze avete
riscontrato?
Per prima cosa, il palco. Dal palco secondario
al palco principale. Poi, il pubblico. Il primo
anno eravamo praticamente sconosciuti, nel
secondo c’era una folla che sapeva a
memo-ria le nostre canzoni. Infi ne, la concezione
dello spettacolo. Nell’ultimo concerto
abbia-mo potuto avvalerci della presenza di alcuni
ospiti speciali e siamo usciti dal recinto in un
camion, in mezzo al pubblico che cantava
Movimento Perpétuo Associativo. L’analogia
tra i due concerti: entrambi indimenticabili!
DEOLINDA
16_ 17 © R ita C armoSINTRA, CAPITALE DEL ROMANTICISMO
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“Chi non ti ama?” chiedeva Almeida Garrett, il padre del Romanticismo in
Portogallo, rivolto alla “bella Sintra”, in una retorica che anticipa la magia
del posto dei sogni, la Serra da Lua, “forse la più bella del mondo”, come
sosteneva Lord Byron, o dove “tutti gli stranieri potranno ritrovare un
pez-zetto della loro patria”, secondo le parole di Hans Christian Andersen.
La magia dei sogni che avvolge Sintra trova la sua apoteosi del periodo
romantico agli sgoccioli del XVIII secolo e durante il XIX.
Il paesaggio esotico e l’unicità del clima hanno attratto, tra le sue
fo-schie, viaggiatori stranieri che, una volta stabilitivisi, hanno costruito
simboli che oggi ci consentono di parlare di Sintra come la Capitale del
Romanticismo, come Monte Sacro uscito da una fiaba di fate.
L’apogeo della costruzione del paesaggio di Sintra risale al regno di Don
Fernando II (1836-1885), il Re artista che, rispetto a quanto accaduto in
altre regioni mediterranee, introduce il Romanticismo in modo
origina-le. Da notare come, dopo aver acquisito il Convento da Pena, situato su
una montagna scoscesa, lo ha trasformato in un palazzo di sogno, alla
luce delle idee e della sensibilità estetica che sono appannaggio solo di
un romantico. Ha creato un ampio parco con alberi rari ed esotici,
de-corato da fontane, corsi d’acqua e serie di laghetti, da chalet, cappelle,
finte rovine, e attraversato da percorsi rielaborati ad ogni passaggio.
Spazio di illusioni, a partire dalla metà del XIX secolo, Sintra è diventata
l’habitat d’elezione per artisti come Viana da Motta, Alfredo Keil, Eça de
Queiróz o Ramalho Ortigão. Ed ancora Lord Byron, Christian Andersen o
Richard Strauss.
Sintra è Patrimonio Mondiale dell’Umanità, un universo di sogni
trasfor-mati in realtà, in fin dei conti, “l’unico posto del Paese in cui la Storia è
diventata giardino” e dove “la morte è impossibile nel vigore della sua
bellezza”, come scrisse Vergílio Ferreira.
Ma l’architettura emblematica di Sintra va oltre il Palácio da Pena.
Rega-leira, Monserrate, Castelo dos Mouros, Palácio da Vila e Palácio Nacional
de Queluz sono simboli e soste obbligate per tutti coloro che
desidera-no tuffarsi nello spirito romantico.
PALÁCIO
DE MONSERRATE
La passione di Francis Cook per Sintra fu
immedia-ta e, nel 1858, commissionò all’architetto Thomas
Knowles la costruzione del Palácio de Monserrate,
sulle rovine della dimora neogotica edifi cata dal
commerciante inglese Gerard de Visme. Monserrate
era stato visitato da Lord Byron mezzo secolo prima
e la sua bellezza fu immortalata nella poesia “Childe
Harold’s Pilgrimage”. Un vero racconto di fate, tra
al-beri dei quattro lati del mondo e la serenità purifi
ca-trice dei laghi e del susseguirsi delle cascate.
PALÁCIO E QUINTA
DA REGALEIRA
Sul versante della Serra e a pochi chilometri dal
centro storico ci sono la Quinta da Regaleira e il suo
Palácio, con impressionanti quattro ettari trasformati
da Carvalho Monteiro, ex proprietario, e Luigi Manini,
architetto, in giardini, laghi, grotte e costruzioni che
fanno da richiamo per i sensi. È necessario sentirli,
re-spirarne l’alchimia, ammirare il palazzo e percorrerne
le emozioni.
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PALÁCIO NACIONAL
DE SINTRA
Il Palácio Nacional de Sintra, detto anche Palácio da
Vila, è un progetto di autore ignoto, nel cuore del
centro storico, riconoscibile da due grandi
comi-gnoli gemelli che danno imponenza alla cucina. È
stato utilizzato dalla Famiglia Reale Portoghese fi no
alla fi ne della Monarchia, nel 1910. Nel 2008 è stato
il palazzo più visitato del Portogallo, con più di
quat-trocentomila visitatori.
CASTELO
DOS MOUROS
Come un serpente snodato sul monte con vilsta
sul mare, il Castelo dos Mouros aff onda le sue radici
nell’occupazione araba dell’ VIII secolo e narra la
leg-genda che il coraggio di un gruppo di 20 cavalieri,
comandati da Don Afonso Henriques e la protezione
della Vergine Maria, hanno permesso la conquista
del Castello dei Mori.
PALÁCIO NACIONAL
DA PENA
Il Palácio Nacional da Pena sarà uno dei migliori simboli
del movimento romantico del XIX secolo ed il primo ad
essere costruito in Europa, circa trent’anni prima del
ce-lebre bavarese Schloss Neuschwanstein.
Il palazzo si fonde con la macchia verde di più di 200
ettari, con numerose costruzioni che seducono il
visita-tore. Ponti e grotte, panche, pergolati e fontane, le case
del guardiano, le serre di camelie e la onnipresente
pro-tezione del guerriero scolpito su pietra.
PALÁCIO E QUINTA DA REGALEIRA
Contatto: 21 910 66 50
Gennaio, novembre e dicembre
Visita Libera: dalle 10,00 alle 17,30 – ultima
entrata alle 17,00
Visita Guidata: alle 10,30; 11,00; 12,00; 14,30;
15,00; 15,30
Febbraio, marzo e ottobre
Visita Libera: dalle 10,00 alle 18,30 - ultima
entrata alle 18,00
Visita Guidata: alle 10,30; 11,00; 12,00; 14,30;
15,30; 16,00
Da aprile a settembre
Visita Libera: dalle 10,00 alle 20,00 – ultima
entrata alle 19,00
Visita Guidata: alle 10,30; 11,00; 12,00; 14,00;
14,30; 15,30; 16,30; 17,30
PALÁCIO DE MONSERRATE
Contatto: 21 923 73 00
Da aprile a settembre
Parco de Monserrate: dalle 09,30 alle 20,00
– ultima entrata alle 19,00
Palácio de Monserrate: 10,00 alle 13,00
e 14,00 alle 18,30
Da ottobre a marzo
Parco de Monserrate: dalle 10,00 alle 18,00
– ultima entrata alle 17,00
Palácio de Monserrate: 10,00 alle 13,00 e 14,00
alle 16,30
CASTELO DOS MOUROS
Contatto: 21 923 73 00
Da aprile a settembre
dalle 9,30 alle 20,00 (ultima entrata alle 19,00
Da ottobre a marzo
dalle 10,00 alle 18,00 (ultima entrata alle 17,00)
PALÁCIO NACIONAL DA PENA
Contatto: 21 923 73 00
Da aprile a settembre
Parco da Pena: 09,30 alle 20,00 – ultima entrata
alle 19,00
Palácio da Pena: Esterni, Terrazzi e Cappella
dalle 9,45 alle 19,30 – ultimo biglietto
alle 18,45 e ultima entrata alle 19,00
Palácio da Pena: Visita Completa del Palazzo
dalle 9,45m alle 19,00 – ultimo biglietto alle
18,15 e ultima entrata alle 18,30
Da ottobre a marzo
Parco da Pena: 10,00 alle 18,00 – ultima
entrata alle 17,00
Parco da Pena: 10,00 alle 18,00 – ultima entrata
alle 17,00
PALÁCIO NACIONAL DE SINTRA
Contatto: 21 910 68 40
Dalle 09,30 alle 17,30 - ultima entrata alle 17,00
Chiuso il mercoledì
CERCANDO
L’ONDA MIGLIORE
SURF
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CERCANDO
L’ONDA MIGLIORE
Il surf è lo sport di elezione nel litorale portoghese,
con condizioni eccezionali per la sua pratica lungo
la costa della Regione di Lisboa. A Ericeira, Cascais,
Peniche o a Nazarè si succedono le “escursioni” degli
amanti della tavola alla ricerca dell’onda migliore!
Ericeira appare sulla “mappa mentale” dei surfi sti di
tutto il mondo. Secondo quanto aff erma uno studio
internazionale sulle fi rme e sui locali associati alla
pratica di questo sport, il piccolo paesino di
pesca-tori, situato a poche decine di chilometri da Lisboa,
è già un punto di riferimento tra l’elite del surf
mon-diale.
Il blu è tutt’uno con Ericeira, la avvolge con onde
straordinarie e incornicia le case che sono
imbianca-te da semplice calce. Molto legaimbianca-te al mare, le
spiag-ge della regione off rono le migliori condizioni per la
pratica del surf, soprattutto per le esclusive destre
perfette che si trovano nella Praia dos Coxos. Ma
at-tenzione, questo è un posto adatto soltanto a surfi sti
molto esperti, poiché il fondale roccioso, pieno di
ric-ci di mare, non perdona chi non è pratico… Le onde
destre sono ottime, arrivano con il mare basso, nella
parte centrale della baia, e con mare ingrossato, un
po’ più a nord. Anche gli amanti del windsurf e del
kytesurf possono praticare le loro passioni, perché
Ericeira off re fondali marini diversi, rocciosi
(point-breaks) e sabbiosi (beach-(point-breaks).
Oltre ai campionati e alle prove uffi ciali, le
principa-li spiagge del circuito off rono attività formative per
grandi e piccoli, insieme agli eventi e ai festival di
musica che si realizzano un po’ per tutta la costa.
© J
oão Barbosa
© J
DOLCI CONVENTUALI
PECCATI
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Se pensiamo alle “Barrigas de Freira” (Pance di
suora), “Papos de Anjo” (Delizie degli Angeli) o
“Orelhas de Abade” (Orecchie di Abate), troviamo
alcune tracce di ironia peccaminosa associata ai
dolci nati nei conventi. Molto zucchero e tante
uova, delicatamente lavorati con devozione da
mani talentuose dei clerici celibatari residenti. Un
sapere accumulato nei secoli e che persiste
so-prattutto per la realizzazione di un evento
annua-le, La Mostra di Alcobaça, in pieno autunno, che
è già diventata una delle più importanti e visitate
del panorama gastronomico portoghese.
La verità è che i conventi e i monasteri
accoglie-vano tanti fi gli dell’ aristocrazia che,
naturalmen-te, portavano con sé delle abitudini e doti
gastro-nomiche che diedero vita ad un’arte pasticcera
raffi nata, con ricette ancora oggi mantenute in
segreto. Questo perché le ricette erano di
pro-prietà del convento e le suore si impegnavano a
mantenerne il segreto per sempre.
I dolci conventuali fanno parte della storia di Lisboa,
anche per le decine di conventi femminili che ha
ospitato.
Quest’anno si celebrano i dieci anni della Mostra
In-ternazionale di Dolci e Liquori Conventuali, nel
Mo-nastero di Alcobaça, la cui bellezza è, già di per sé,
ragione di visita e locale ideale per ricevere l’evento.
Nella Sala dos Monges (Sala dei Monaci), il piacere
addolcisce l’anima, impregnandola di vari dolci a
base di uova e mandorle, come le famose “Barrigas
de Freira”, “Papos de Anjo”, o “Orelhas de Abade”, tra i
molti, molti altri dal sapore divino.
Ma l’innovazione si presta anche per seguire la
tra-dizione, con cioccolato, marmellate, liquori,
ciocco-latini, biscotti e pasticcini, confezionati, attualmente,
da suore e frati di conventi europei, proprio come i
liquori che ne sono un degno complemento,
soprat-tutto il Liquore di Singeverga, l’unico ancora oggi
prodotto in un Monastero del Portogallo.
RICETTE
TOUCINHO
DO CÉU
zucchero: 650 gr
mandorle sbucciate:
500 gr
cannella: 1 cucchiaino da tè
albumi: 11
chiodi di garofano d’India (in polvere): 1 pizzico
farina: 4 cucchiai
tuorli: 16
Preparazione:
Battere lo zucchero, i tuorli, gli albumi, i chiodi
di garofano e la cannella, e quando, sollevando
l’impasto, questo si riesce a modellare,
aggiun-gere le mandorle grattate e la farina. Dopo aver
amalgamato bene il tutto, disporre l’impasto
in una forma unta di margarina spolverizzata
con farina ed infornare a bassa temperatura.
Una volta cotto, sfornare e togliere gli eccessi
di farina. Aff ettare ed intingere nello zucchero
caramellato, infi ne spolverizzare con zucchero
e cannella.
PAPOS DE ANJO
Si battono 12 tuorli
durante un’ora. Si
un-gono delle formine
piccole con il burro
e si riempiono con i
tuorli. Vanno in forno
a bassa temperatura e, una volta pronti, si
sfor-nano e si dispongono in un vassoio. A parte, si
prepara lo zucchero caramellato, che si stende
sui papos. Devono riposare 24 ore.
Che ne dite di visitare Lisboa in modo diff erente, divertente ed amico
dell’ ambiente? Le proposte sono svariate e condividono l’importanza
dell’uso dei mezzi di trasporto pubblici, dai più tradizionali ai più
innovativi, con una emissione ridotta o addirittura inesistente di CO
2.
Sono le passeggiate eco-friendly: in bicicletta, in carrozze di cavalli o
in buggy, Lisboa rappresenta sempre una conquista.
ECO-FRIENDLY
PASSEGGIATE
ECO-FRIENDLY
PASSEGGIATE
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PEDALARE NELLA STORIA
Basta saper andare in bicicletta. Il Lisbon Bike Tour fa
il giro di Lisboa, proponendo una passeggiata in
bici-cletta, con guida, che partendo dal Parque Eduardo VII,
scende verso il centro, al Marquês di Pombal, all’Avenida
da Liberdade, Rossio, in direzione al lungofi ume, con un
passaggio per le Docas di Alcântara, fi no al patrimonio
di Belém, concludendo alla Torre de Belém.
Il tragitto è facile, senza salite, e dura tre ore, nella
versio-ne completa, ma si può scegliere una distanza ridotta,
come per esempio, fi no alla Praça do Comércio.
EMISSIONI ZERO, EMOZIONI AL MASSIMO
NEI VEICOLI ELETTRICI
Un menù di quattro circuiti disponibili in due tipi di veicoli che non usano combustibili fossili.
La segway è ideale per scoprire gli angoli dell’Alfama e il Castelo de S. Jorge, riuscendo ad
arrivare lì dove l’automobile non ce la fa, sulla ripida salita del cuore di Lisboa. In zone più
spaziose e pianeggianti, il buggy, a due o quattro posti, è il “giocattolo” che parla e seduce,
con un GPS di guida che riduce le possibilità di perdere l’orientamento.
Queste proposte della Redtour sono interessanti e rappresentano una forma di esplorare
Lisboa con altri occhi.
Le passeggiate hanno una durata prevista di 01h30, che può essere ridotta o estesa a
secon-da delle esigenze del cliente.
I quattro itinerari comprendono “Belém – Golden Age of Discoveries”, punto di partenza per
la scoperta di nuovi mondi e dove si trovano il Monastero dos Jerónimos, la Torre di Belém, il
Padrão dos Descobrimentos (Monumento alle Scoperte), il Museu dos Coches, il Jardim
Tro-pical, il Centro Cultural de Belém o il Palácio Nacional de Belém; il Lisbon “Soho-Style” evoca
l’energia lisboeta di Soho, dallo Chiado al Príncipe Real, una Lisboa cosmopolita, dove si
pos-sono trovare vari negozi di design, laboratori, gallerie d’arte, musei, ristoranti, caff etterie
tra-dizionali e bar moderni, librerie, teatri e molte manifestazioni artistiche e culturali; ed ancora,
la Old Lisbon (Lisboa Antica) focalizza le attenzioni sulla Sé di Lisboa, la chiesa più antica della
città, fi no al Castelo de São Jorge, riconquistato ai mori da Don Afonso Henriques, passando
per il Monastero de São Vicente de Fora, uno degli esempi più belli dell’architettura
manieri-sta portoghese, senza dimenticare il meraviglioso panorama della Comanieri-sta do Castelo. Alla fi ne,
l’itinerario Coração de Alfama, forse il quartiere più tipico della capitale, unico per il suo mix di
aromi e sapori, per i vicoletti stretti ed irregolari ed i tanti scalini che rinfrescano l’anima.
CAVALLI A BELÉM
Le “Passeggiate Turistiche in carrozza a Belém” sono
pro-mosse dalla Qtour, e vogliono restituire alla capitale il
trasporto turistico in queste carrozze, recuperando una
tradizione e promuovendo la sostenibilità ambientale,
ad un prezzo molto attraente. In realtà, fi no alla metà del
XX secolo, le carrozze di cavalli erano utilizzate in tutto il
quartiere del lungofi ume. Ogni carrozza ha una capienza
massima di otto persone e la passeggiata ha una durata di
20 minuti, percorrendo, per tre chilometri, vari locali di
inte-resse storico e culturale, come ad esempio il Monastero dos
Jerónimos, il Centro Cultural de Belém, il Museu dos Coches
(Museo delle Carrozze) e i Pastèis de Belém (Pasticceria
anti-ca che produce i famosi dolcetti).
TERRAZZE VIRTUALI
Un innovativo sistema di terrazze virtuali interattive consente a tutti i
ci-bernauti di visitare dieci scenari di Lisboa, ognuno di essi basato su un
elemento di ricchezza del patrimonio della capitale portoghese.
Per mezzo di questo nuovo strumento – disponibile su www.visitlisboa.com
- il cibernauta è accompagnato, partendo da qualsiasi parte del mondo e
adattato alle esigenze di tempo di ciascuno, a (ri)scoprire le vedute della
città dalle sette colline, attraverso i belvederi di Monte Agudo, Penha de
França, Torel, Parque Eduardo VII, Elevador de Santa Justa, São Pedro de
Alcântara, Graça, Nossa Senhora do Monte, Santa Luzia e do Castelo de
S. Jorge.
Dal Miradouro (Belvedere) de Nossa Senhora do Monte possiamo
vede-re un ampio panorama di Lisboa che compvede-rende il Castelo de S. Jorge,
l’Elevador de Santa Justa (Ascensore di Santa Justa), le Ruínas do Carmo
(Rovine del Carmo), il Ponte 25 de Abril ed il Cristo Rei.
Il Miradouro di S. Pedro de Alcântara off re una vista privilegiata sul
Cen-tro Storico della città, che si snoda dal Parque Eduardo VII all’Avenida da
Liberdade passando per la Piazza dos Restauradores, fi no al fi ume Tejo. A
titolo di curiosità c’è da riferire che, in alcuni casi, da alcuni belvedere è
possibile avvistarne altri.
SU LISBOA
28_ 29 © A nt ónio S ac chettiPASSEGGIATE
PASSEGGIARE
ATTRAVERSO LA STORIA
CON IL CENTRO NACIONAL
DE CULTURA
© J
osé Man
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SHUTTLE
VOUCHER
Dopo il Taxi Voucher, un servizio esistente dal 1999,
nasce lo Shuttle Voucher, un novo servizio off erto dal
Turismo de Lisboa con il fi ne di aumentare la
sicurez-za e il comfort di coloro che visitano la capitale.
Si tratta di un servizio prepagato, diretto ai turisti, che
utilizza vetture di lusso, guidate da autisti
professiona-li quaprofessiona-lifi cati nell’area del turismo che parlano
corren-temente la lingua del cliente.
In partnership con la Associação Nacional de
Tran-sportes Ligeiros de Turismo (ANTLITUR), il servizio è
disponibile negli Uffi ci del Turismo de Lisboa. Con un
parco auto composto da più di 70 vetture ed una
va-sta scelta di modalità di servizi, off re dal Transfer con
prenotazione, Transfer di lungo raggio con
prenota-zione, servizio personalizzato e Tour con orario
sta-bilito. Oltre agli spostamenti nella regione di Lisboa,
lo Shuttle Voucher è un tipo prestazione che si può
estendere a tutto il Paese e alla Spagna, ed i costi
va-riano a seconda della distanza e del tipo di servizio.
Passeios de Domingo (Passeggiate della Domenica), concepite ed organizzate dal
Centro Nacional de Cultura, sono uno strumento importante della promozione del
“turismo culturale”, fondato su una visione integrata di turismo, ambiente, patrimonio,
itinerari culturali e formazione.
I luoghi da visitare sono diversi ed hanno come comune denominatore quello di
suscitare la curiosità e l’interesse delle persone.
Ad esempio, i visitatori già possono passeggiare per il patrimonio edifi cato della Baixa
Pombalina, apprezzare le “Chafarizes de Lisboa” (Fontane), importanti non solo per la
funzione vitale che rappresentano per la città, ma anche per l’immagine
monumenta-le di Lisboa, oppure dirigersi ai “Palácios de Algés”, tra i quali si evince il recentemente
restaurato Palácio Anjos, un edifi cio del XIX secolo, vero e próprio ex-libris
dell’Architet-tura Balneare di Algés. In esso sono esposte le opere di alcuni dei più importanti artisti
portoghesi come Paula Rego, Graça Morais, Júlio Pomar e António Palolo, tra gli altri.
PASSEGGIARE
ATTRAVERSO LA STORIA
CON IL CENTRO NACIONAL
DE CULTURA
© J
osé Man
In un pianeta in cui il 71 per cento della superfi cie è
composta da acqua, l’importanza degli oceani è centrale
per l’equilibrio della Terra. L’Oceanario di Lisboa è un
simbolo dell’armonia esistente tra Uomo e Natura.
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OCEANO
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