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Maggio 2020

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1.3.1 Sabrina Carbone*

Let life surprise you

Caro diario,

quest’anno, il 2020, è stato un anno difficile a causa di un avve- nimento che non si era mai verificato: il coronavirus Covid-19.

Il mondo intero è stato colpito da questa pandemia, a quanto pare nata in Cina il primo settembre del 2019. Dopo alcuni mesi il virus si è diffuso anche in Italia e nel mese di marzo il nostro Presidente del Consiglio ha deciso di attuare un lockdown na- zionale per cercare di arginare il diffondersi del virus. È stata una decisione durissima da accettare per tutte le famiglie perché non si poteva uscire di casa, non si poteva andare a trovare i propri parenti, era vietato uscire con i propri amici e la maggior parte dei negozi hanno dovuto chiudere. Si poteva uscire solo per fare la spesa o andare in farmacia.

Durante il lockdown ho avuto paura che io e i miei familiari ci potessimo ammalare e finire in terapia intensiva, intubati come spesso facevano vedere al telegiornale.

Di contro però, molte famiglie i cui membri avevano poche oc- casioni di stare insieme per motivi di lavoro o di studio, si sono

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* Classe III B, Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Francesco Saverio Nitti”, Napoli

Arcobaleni e nuvole: cronaca di una pandemia

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ritrovate facendo delle videochiamate con amici e parenti anche lontani.

Ormai è da un paio di mesi che siamo chiusi in casa e inizia a essere pesante: è un momento difficile per tutti. All’inizio era bello stare a casa senza far nulla, ma adesso è diventata una cosa stressante: è come se la nostra vita si fosse fermata. Tuttavia ultimamente ci sono stati molti decessi, quindi la cosa migliore da fare è restare a casa e rispettare le regole date dal governo in modo da far sì che questa pandemia finisca presto.

Tutto ciò che desidero è che una volta finito tutto questo, possa tornare a fare quello che facevo prima e godermi finalmente la vita.

Maggio 2020

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1.3.2 Vittoria*

We know what we are, but we don’t know what we may be

Caro diario,

è il 15 maggio e siamo ancora in quarantena, perciò ho deciso di scrivere le emozioni che sto provando in questo momento, per ricordarmele quando tutto sarà finito.

Ci sono lati positivi e negativi di questa pandemia, molte cose sono cambiate e non tutto è come prima. Prima uscivo con gli amici e andavamo in posti in cui ora non è possibile andare. Gli orari sono cambiati: ad esempio prima uscivo di casa alle 22:00, ora allo stesso orario sono già nel letto.

Stare chiusi in casa mi ha fatto riscoprire la condivisione di tante cose con la mia famiglia, cosa che prima non facevo perché ero presa dai mille impegni della mia vita quotidiana, come la scuo- la, il lavoro, eccetera.

In questi giorni mi sforzo di pensare positivo, anche se si sento- no solo cose brutte al telegiornale.

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* Nome di fantasia dell’autrice, alunna della classe II A, Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Francesco Saverio Nitti”, Napoli

Arcobaleni e nuvole: cronaca di una pandemia

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«We know what we are, but we don’t know what we may be»:

sappiamo chi siamo, ma non cosa potremmo essere o cosa po- trebbe accadere. Sappiamo solo in che situazione ci troviamo ora e io mi domando sempre cosa succederà...

Tra le cose positive, caro diario, c’è da dire che ho conosciuto molte persone con cui passo molto tempo a telefono.

Ma ora spero che tutto torni presto alla normalità, perché la vi- ta di prima manca.

Maggio 2020

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1.3.3 Antonio Luciano*

«Life calls the tune, we dance»

John Galsworthy

Solofra, 17 maggio 2020

Caro diario,

non ho avuto molte esperienze durante il primo lockdown.

Penso che proprio la chiusura sia stata l’Esperienza.

Mi chiamo Antonio Luciano e ho sedici anni, ma mi sono perso l’ultimo anno della mia vita.

La quarantena ci ha stravolto la vita.

Chiuso in quattro mura, ho visto la mia vita cambiare comple- tamente. Sono un giocatore di pallacanestro e passavo la mia giornata ad allenarmi da solo, anche per svagarmi un po’. Que- sto per due lunghi e ininterrotti mesi.

In questo periodo ho capito l’importanza delle cose che abbia- mo e di quanto diamo tutto per scontato. Dobbiamo cercare di essere sempre la miglior versione di noi stessi, come riassume pienamente la frase di John Galsworthy.

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* Classe III Cs, Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Francesco Saverio Nitti”, Napoli

Maggio 2020

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1.3.4 Greta*

I hope that everything will be fine

Napoli, 18 maggio 2020

Non è facile per me parlare di questo periodo della nostra vita.

Ci siamo trovati tutti in una situazione che non avremmo mai potuto immaginare.

Le nostre vite stravolte da un giorno all’altro, la paura del virus, i genitori preoccupati per quello che stava accadendo. La spen- sieratezza vissuta fino a quel momento sembrava essere sparita.

I giorni sembravano tutti uguali, anche se cercavamo una specie di normalità, facendo il più possibile qualcosa che ci tenesse im- pegnati. C’era chi faceva dolci, chi si allenava con i videotutorial, chi passava ore a guardare serie TV o film, tutto per ammazzare il tempo, tempo che non passava mai. Sembrava ad un certo punto di vivere in una soap opera: ogni giorno le stesse cose.

Niente più risate con gli amici a scuola, passeggiate o allena- menti con le compagne di squadra.

Poi per me è arrivato il momento più duro: il ricovero di mio

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* Nome di fantasia dell’autrice, alunna della classe V D, Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Francesco Saverio Nitti”, Napoli

Arcobaleni e nuvole: cronaca di una pandemia

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nonno. Non lo potevo vedere, né abbracciare: questo maledet- to virus ci aveva tolto la cosa più importante, il contatto con i nostri cari.

Il 29 aprile è arrivata la telefonata più brutta della mia vita, ero in videolezione quando squillò il telefono: una doccia gelida, all’improvviso nonno non c’era più.

Ricorderò per sempre questo periodo come il più brutto della mia vita.

Perché?

Perché non ho potuto salutare mio nonno, non gli ho potuto dire quanto gli ho voluto bene.

GIUGNO 2020

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